Willalme, suo fido compagno d'armi.
Uberto, un giovane converso.
Tre uomini sulle tracce di un libro oscuro cui è legato il segreto per accedere alla massima conoscenza e, per suo tramite, al potere. Un viaggio avventuroso per mezza Europa agli albori del XIII secolo. Minacce e inquietanti inganni, truci emissari di una setta segreta, armigeri decisi a tutto, nobili e alti prelati, e un nemico che veste i panni di un insospettabile...
Bisogna riconoscere ai tipi della Newton Compton una 'faccia tosta' non da poco per sparare a mille un battage pubblicitario che propone 'Il mercante di libri maledetti' come 'un esordio che rimarrà nella storia'. L'idea che i libri siano siano ormai solo merce e che per vendere si ricorra alla pubblicità con insolenza e cialtroneria è raccapricciante. 'Il mercante di libri maledetti' arriverà al massimo al prossimo anno e per il solo fatto che verrà data alle stampe la seconda e poi la terza parte, basta. Non ha nulla della qualità narrativa e dell'erudizione non solo formale ma concettuale de 'Il nome della rosa' di Eco, né tantomeno dell'estro e della vivacità stilistica de 'I pilastri della terra' di Follett, autori a cui Simoni è stato paragonato, temo, suo malgrado. Per quanto uno possa amare i libri e avere la coraggiosa presunzione di avere in testa una bella storia da raccontare, il passo dal saperla mettere per iscritto e renderla credibile e appetibile ai lettori é spesso impraticabile. Con tutto il rispetto per l'autore, l'editor dovrebbe avere il coraggio di puntare alla ricerca della qualità e non della banalità, dell'originalità e non del convenzionale.
Uberto, un giovane converso.
Tre uomini sulle tracce di un libro oscuro cui è legato il segreto per accedere alla massima conoscenza e, per suo tramite, al potere. Un viaggio avventuroso per mezza Europa agli albori del XIII secolo. Minacce e inquietanti inganni, truci emissari di una setta segreta, armigeri decisi a tutto, nobili e alti prelati, e un nemico che veste i panni di un insospettabile...
Bisogna riconoscere ai tipi della Newton Compton una 'faccia tosta' non da poco per sparare a mille un battage pubblicitario che propone 'Il mercante di libri maledetti' come 'un esordio che rimarrà nella storia'. L'idea che i libri siano siano ormai solo merce e che per vendere si ricorra alla pubblicità con insolenza e cialtroneria è raccapricciante. 'Il mercante di libri maledetti' arriverà al massimo al prossimo anno e per il solo fatto che verrà data alle stampe la seconda e poi la terza parte, basta. Non ha nulla della qualità narrativa e dell'erudizione non solo formale ma concettuale de 'Il nome della rosa' di Eco, né tantomeno dell'estro e della vivacità stilistica de 'I pilastri della terra' di Follett, autori a cui Simoni è stato paragonato, temo, suo malgrado. Per quanto uno possa amare i libri e avere la coraggiosa presunzione di avere in testa una bella storia da raccontare, il passo dal saperla mettere per iscritto e renderla credibile e appetibile ai lettori é spesso impraticabile. Con tutto il rispetto per l'autore, l'editor dovrebbe avere il coraggio di puntare alla ricerca della qualità e non della banalità, dell'originalità e non del convenzionale.
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