domenica 16 ottobre 2011

"Bar Sport" di Stefano Benni

Un bar, non uno qualsiasi.. il Bar Sport, con quell'insegna che sta su solo quando va bene al Signore, con le vecchiette sedute in un angolino, i tipi che fumano, quelli che sbevacchiano, quelli che parlano di sport e quelli che giocano a carte, quello che sa tutto ma proprio tutto di tutto e i don giovanni da strapazzo, il ragazzo con le sue pretese di un gelato che finirà rigorosamente spiacciccato per terra appena fuori e la brioche impietrita nel tempo che nessuno ha il coraggio di mangiare, il ragioniere con il riporto ai capelli e il telefono a gettoni a cui aggrapparsi per una telefonata infinita, l'ex giocatore di successo, lo sfigato di turno, la cassiera bellona. In breve, una carrellata di eterogenea umanità di provincia italiana, sfumata negli anni sessanta, così simile ai ricordi di un paese cristallizzato in un immaginario comune fatto di sogni e quotidianità spiccia.
Trent'anni di successo editoriale non fanno di 'Bar Sport' un libro straordinario. Di più, a dispetto di qualche buona battuta, il libro non lascia traccia di sé.

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