domenica 27 febbraio 2011

"La moneta di Akragas" di Andrea Camilleri

Monete.. una manciata di monete lanciate in aria come ultimo anelito di vita da un guerriero scampato all'assedio di Akragas. E' il 406 a. C. e i cartaginesi hanno vinto il nemico, distrutto la città. Accadrà ancora, è il 28 dicembre 1908 questa volta è la natura a ribellarsi: un violento terremoto distrugge la città di Messina. Per ringraziare i soccoritori un nobile regala una moneta trovata per caso al comandante di una nave militare russa. La moneta arricchierà la collezione dello zar. Reca su un verso un'aquila, sull'altro un granchio e un pesce. Solo un anno dopo mentre scava in un campo un contadino trova una moneta, sa che il medico del paese, che anni prima l'ha curato salvandogli la gamba, ne fa collezione, vuole disobbligarsi regalandogliela. Ignora il suo valore ma il dottor Gibilaro che per l'emozione, al solo sfiolarla, stramazza a terra da cavallo rompendosi una gamba, sa che la moneta appartiene alle ultime di Akragas, sa quel che può significare per gli studiosi. Costretto a tacere la scoperta, curato in quel di Palermo, al rientro in paese settimane dopo scoprirà l'assassinio del contadino e l'amarezza di aver perso, forse per sempre, la possibilità di possedere la preziosa moneta. Ma chi ha ucciso il povero Cosimo? Chi ha rubato la moneta? Tra uomini in fuga, maldestri ricettatori, delegati della P.S., giornalisti ed emissari di corte si dipana il mistero della moneta di Akragas salvo un dubbio che aleggia nella mente del dottor Gibilaro, forse che "la moneta stia esprimendo la sua volontà di non riapparire al mondo, di tornarsene nuovamente dentro quella terra dalla quale un giorno l’hanno tirata fuori".
Ricostruzione storica, leggenda e realtà resa verosimile in un breve racconto che si legge con partecipazione ed entusiasmo.

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