venerdì 4 febbraio 2011

"Qualunquemente" regia di Giulio Manfredonia

Dalla tv al cinema il personaggio Cetto La Qualunque, creato da Antonio Albanese, spadroneggia in una realtà che vorremmo tutti fosse solo surreale e invece, potenzialmente, drammaticamente, si rivela credibile. In un paesino calabrese per fronteggiare il candidato sindaco della Lista civica portatore di un concetto ardito quanto pericoloso, quale la legalità, viene chiamato l'imprenditore Cetto la Qualunque, rientrato in Italia dopo quattro anni di forzato asilo. Lui che il diritto non sa nemmeno cosa è, lui che è abituato a imporre, a far denaro illecitamente, a costruire su scavi archeologici, a deturpare l'ambiente con abusivismi palesi, a scaricare liquami a mare, a evadere le tasse, a far saltare le auto dei nemici, lui abituato a prendere in considerazione le donne solo se in posizione 'orizzontale', lui che motteggia il figlio timido salvo trasformarlo in una sua copia, a cacciare di frodo e quant'altro.. decide di 'salire in campo ' per salvaguardare i suoi interessi. La campagna elettorale si rivela intensa e costosa ma a vincere Cetto ci arriverà con i suoi metodi discostandosi dai consigli del guro dei politici, Jerry. Magra consolazione quasi.. eppure per lo smaccatamente qualunquista Cetto, giunto a promettere l'inverosimile agli elettori come nella migliore tradizione italiana, resta il vanto di continuare a pensare in grande, umiliare i deboli, imporre nuovi modelli di riferimento. Un film che strappa sì risate, ma amare.

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