sabato 5 giugno 2010

"La nostra vita" di Daniele Luchetti

Una coppia giovane e felice quella di Claudio ed Elena. Una famiglia italiana come tante, tratteggiata dal regista ad un passo dai luoghi comuni: casa in periferia, passeggiata al centro commerciale, voglia di vivere e pochi soldi, bimbi piccoli, una vacanza in Costa Smeralda da sognare, una colonna sonora reale (le canzoni di Vasco Rossi) a segnare i momenti belli e brutti. Una felicità reale, palpabile, sentimenti semplici, legami familiari stretti e sinceri.
Poi l'impatto dolente e devastante di una tragedia che frantuma tutto. Elena muore di parto e Claudio elabora il lutto semplicemente negando, rimandando il momento della consapevolezza dell'accaduto. Decide di sostituire l'affetto di Elena per sé e i suoi figli con beni materiali. La ricchezza fittizia che Claudio vuole e ottiene è il frutto di una serie di compromessi con la propria coscienza, la ottiene spostando i paletti dell'onestà che Elena reclamava e otteneva per la loro famiglia. Claudio passa su tutto, mercanteggia la morte di un povero cristo sul cantiere in cui lavorava per un pezzo di fortuna. Ma la scelta rischiosa si rivela fallimentare... o almeno lo è in apparenza. Sarà intravedere l'abisso, il male a spingere Claudio a chiedere aiuto, non solo economico, ad amici e fratelli. Un supporto per tornare a credere in se stesso, nel dono della famiglia e dell'esempio che Elena gli ha lasciato.
Così, dolente, inquieto, ancora poco avvezzo a perdonare e perdonarsi Claudio ricomincerà a vivere 'la nostra vita'.
Proprio come l'anima fragile di Vasco Rossi "la vita continua anche senza di noi".
Intensa -forse troppo- la recitazione di Elio Germano, nei panni del protagonista Claudio, premiato come miglior attore al festival del Cinema di Cannes. Capace la regia di Luchetti di descrivere 'la nostra vita' tra affanni e speranze, silenzi e compromessi, affetti e inquietudini. Apprezzabile anche la scelta di affidare ad attori come Bova e Zingaretti ruoli lontanissimi dalle loro precedenti esperienze artistiche.
E poi la frase pronunciata nel finale da Liliana, la sorella di Caludio, vale e/o salva il film al di là delle canzoni gridate: "I tacchi sono come i parenti: sono scomodi, ma aiutano".

Nessun commento:

Posta un commento