mercoledì 2 giugno 2010

"Draquila" di Sabina Guzzanti

Il film documentario di Sabina Guzanti -tanto inviso ai rappresentanti del nostro governo- è un pugno nello stomaco nelle coscienze dei cittadini, sospinti volutamente a pensare ad altro.
Il dramma vissuto dagli abruzzesi è palpabile benché la Guzzanti non indugi sulle vittime, sulle macerie. Basta a descriverlo il clima spettrale dell'Aquila deserta, per le cui vie si percepisce la vita interrotta per sempre alle 3:32 della notte del 6 aprile.
L'obiettivo della Guzzanti è capire.
Capire perchè non si sia puntato sulla prevenzione, benchè la documentazione scientifica sin lì raccolta dagli esperti paventasse come concreto il rischio di un violento terremoto.
Capire come e perchè abbia lavorato la Protezione Civile.
Capire a chi sia convenuto in fatto di immagine il terremoto, e soprattutto capire cosa ne è stato degli abruzzesi, delle loro case, delle loro vite spezzate.
E ancora capire come si sia arrivati a 'militarizzare' i campi di accoglienza per gli sfollati, salvo smantellarmi in maniera coatta alle soglie dello scorso inverno, il tutto sempre nel bene della gente.
Capire come tutto, anche un'immane tragedia, si sia ridotta ad occasione di guadagno per un manipolo di sodali prossimi a politici e dirigenti pubblici.
Diranno, anzi hanno già detto, che la Guzzanti è "di parte", che immagini (pochissime quelle nei campi dove era impossibile accedere per non turbare la quiete dei residenti!?) e interviste sono frutto di distorsione mediatica invece appare evidente a chiunque sia dotato di senno se non di sensibilità che in Italia la democrazia è ormai fittizia. Ogni diritto viene calpestato, le leggi -nello specifico la 225 del '92, istitutiva del servizio nazianle della Protezione Civile- adattate ad uso e consumo dei potenti e l'illusione che ci sia rimedio a questa classe politica e al loro governo resta tale.. un'illusione appunto.
Un breve documentario che annienta.

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