domenica 24 febbraio 2013

"L'ultima fuggitiva" di Tracy Chevalier

"Sto imparando che c'e' differenza tra fuggire e correre verso il futuro".
Una fuga, null'altro ha portato Honor Bright in America. La fuga dalla vergogna di esser stata abbandonata dal promesso sposo, di essere commiserata dalla comunita degli Amici, la speranza di ricominciare altrove, al fianco della sorella attesa come sposa in quel di Feithwell nell'Ohio.
Ma non si può fuggire al destino.
Sfiancata dal viaggio, provata dall'inattesa dolorosissima perdita della sorella, Honor si ritroverà sola in un paese così diverso dal suo, stordita dagli ampi spazi e dal fare spiccio e diretto dei suoi confratelli quaccheri. E di più, dovrà confrontarsi con la sua coscienza perché l'America è ancora la terra della schiavitù:
"Nella sua inerme semplicità, quel gesto le fece accapponare la pelle. Aiutami, questo voleva dire, sono una fuggiasca. Le avevano insegnato sin da bambina che la schiavitù era una brutta cosa e andava combattuta. Ora Honor era chiamata a fare qualcosa anche se non sapeva cosa" se non seguire la sua fede e così disobbedire alla famiglia del marito, Jack, tra le cui braccia si era abbandonata vinta da una passione che non aveva mai provato prima esponendoli al rischio della denuncia, della prigione e del sequestro dei beni; sfidare lo sfrontato Donovan, cacciatore di teste al soldo dei latifondisti schiavisti, del cui fascino era stata al tempo stesso irritata e irretita; affrancarsi dalla materna protezione di Belle, riferimento essenziale della rete segreta di sostegno alla fuga degli schiavi verso il Canada.
Instancabile, indomita, silenziosa, coraggiosa Honor metterà insieme i pezzi della sua vita passata, di quella presente e futura come nelle trapunte patchwork che è solita cucire con una maestria non comune ma nulla in Honor è comune. E a chi desidera la libertà, a chi chiede di essere accettato perché come lei figlio di Dio, a chi protende la mano in cerca di aiuto Honor risponderà offrendo se stessa, libera dal dubbio a cui un tempo faticava a trovar risposta: "cos'e' peggio, non avere principi o averne e non poterli rispettare?".
A distanza di un anno dal suo viaggio sull'Adventurer direzione America, Honor ha finalmente trovato il suo posto nel mondo, ha smesso di fuggire, corre verso il futuro al fianco del marito e della figlioletta Comfort, certa nell'uguaglianza degli uomini, fiera di una parola comune a tutti: libertà.
"Quello che desideriamo è la libertà, vivere una vita come la tua".

A cavallo tra due mondi e due tempi, Inghilterra e America, adolescenza ed età adulta, la storia di Honor si fa pretesto per raccontare il dramma umano e sociale della battaglia per l'abolizione della schiavitù in America, prodoma della guerra civile che segnerà indelebilmente la nazione fronteggiando fratelli a fratelli. Interessante la descrizione dell'epoca e di un quotidiano di fatica fisica per un paese in divenire. La Chevalier ha abituato i lettori ad affreschi narrativi di qualità, qui affonda nella storia per raccontare l'inquietante abiezione dell'uomo capace di "fare schiavi" suoi simili per il solo colore della pelle, eppure a dispetto delle buone intenzioni qualcosa sfugge, quasi che il tocco dell'autrice avesse perso un pò di smalto. L'impressione è di un compito ben svolto, poco più.

Nessun commento:

Posta un commento