domenica 10 febbraio 2013

"La notte dell'oblio" di Lia Levi

"Se cominciamo a cercare i colpevoli si discuterà soltanto di morte, lo capisci? Il viso di Giacomo perderà i suoi tratti, i suoi contorni, e diventerà solo l'essere umano sacrificato, la vittima... Non ci hai fatto caso che le vittime non hanno più un loro volto?"
Per questo Elsa ricaccerà indietro la verità sulla morte del marito, sul vile atto delatorio che l'ha portato con altri innocenti in un campo di sterminio. Proteggere le figlie, ridare loro un'apparenza di normalità, inventarsi un lavoro dalla passione per il cucire, tornare ad abitare la propria casa, ritrovare gli anziani genitori, il fratello, gli amati nipoti, aggrapparsi con forza al quotidiano nei piccoli gesti.. sempre ricordando l'amato, imponendosi di trattenere le lacrime, sostituirle con le parole di lui e la vita riprende, in un paese che fatica ad andare avanti, e che per farlo sedimenta diseguaglianze, affonda nell'oblio.
Intorno la storia: le prime libere elezioni del dopoguerra, la nascita dello stato di Israele, l'amnistia del '46 nel clima di pacificazione.
Elsa e le sue figlie,  Milena e Dora. Sorelle così diverse tra loro. Forse era loro mancato il "tempo di crescere piano come fa un tronco che pensa lentamente" ma erano poi sbocciate alla vita. Milena persa nel suo 'lasciarsi scegliere' nell'amore, silenziosa, simile "a un tappo di sughero che galleggia su e giù sul corso dello stesso fiume"; Dora decisa a buttarsi nella vita come nell'amore con impegno, pesata e pensante al cospetto di un destino che torna a chiederle conto di una felicità impossibile "noi due siamo degli infinitesimi granelli che chissà perché la Storia ha voluto riacchiappare per la seconda volta" dandole l'amore dell'unico uomo che non può stringere a sé senza rimorso, colpa, dolore.. perché figlio di chi ha condannato suo padre a morte.
E' tempo per Elsa e le sue figlie di ricordare, affrontare il dolore tante volte negato, capire, perdonare, ritrovarsi, sostenersi.. e per Dora riconoscere la strada da prendere per onorare suo padre, gli ebrei, la memoria comune: "Ho capito che l'oblio e la negazione della tragedia di mio padre vanno a spasso a braccetto, sono tutt'uno. La prossima mossa sarà quella di dire che non è successo niente" "E cosa puoi fare tu contro questo?" "Farò cose elementari, parlerò,  scriverò se ne sarò capace. Ci sarà altra gente che forse sente come me. La cercherò .."

Così la Levi con questo suo nuovo romanzo sul rischio che la notte dell'oblio avvolga la shoah. Perché non si dimentichi quel che è accaduto agli ebrei. E l'orrore di cui è stato capace l'uomo.
"Non si riesce ad essere lucidi con la mente quando il cuore non risponde".
La scrittura della Levi ha il pregio di calare nella Storia ufficiale quella minima, romanzata, appunto di una famiglia ebrea, la scelta dolorosa di una madre di negarsi giustizia per serbare intatto il ricordo della persona amata, e crescere nella serenità non nel rancore le sue figlie, non su 'quello che poteva essere' ma 'su quel che può essere' se lo vogliamo.
Una scrittura che prende al cuore quella della Levi come straordinarie sono le figure femminili che tratteggia.
I suoi racconti sono tra le occasioni migliori per combattere l'oblio. Una splendida lettura da consigliare.

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