
Irriverente, strampalato, generoso, romantico, ma anche fortemente insicuro Barney ricorderà i periodi trascorsi a Roma con gli amici artisti e la prima moglie morta suicida, l'apatia con la seconda moglie ebrea, una parvenue logorroica, pretenziosa e antipatica e l'adorata terza moglie Miriam, la madre dei suoi figli, una speaker radiofonica amorevole, saggia, paziente.
Paziente come l'amore che lo lega a Barney, un pò cafone, indifferente ai suoi bisogni, ai suoi amici, ai suoi interessi, drammaticamente attaccato a lei da perdersi nei pochi giorni in cui le è lontano rovinando tutto, macerandosi di lì in poi nel lamento, nella gelosia fino a spegnersi giorno dopo giorno con la malattia salvo veder riconsciuta la sua estraneità a quell'ancestrale dubbio sulla scomparsa di Boogie e sapersi -nonostante tutto- amato e rispettato da quanti gli erano stati intorno: amici, colleghi, parenti.
"...la vita è reale, è fatta di piccole cose: minuti, ore, sonnellini, commissioni, routine... e questo deve bastare..."
Nel complesso un buon film quello di Lewis, nonostante una narrazione a tratti lenta -di certo non al passo con la sfolgorante scrittura di M. Richler. Brillante l'interpretazione di Giamatti, a dir poco esilarante il grande Hoffman, bellissime le musiche -struggenti i pezzi di L. Cohen- e i riferimenti a grandi autori del passato come Heinrich Heine. Da questo punto di vista un film 'non per tutti'. Difficile cogliere il senso di certe frasi, di certi contesti culturali.
Paziente come l'amore che lo lega a Barney, un pò cafone, indifferente ai suoi bisogni, ai suoi amici, ai suoi interessi, drammaticamente attaccato a lei da perdersi nei pochi giorni in cui le è lontano rovinando tutto, macerandosi di lì in poi nel lamento, nella gelosia fino a spegnersi giorno dopo giorno con la malattia salvo veder riconsciuta la sua estraneità a quell'ancestrale dubbio sulla scomparsa di Boogie e sapersi -nonostante tutto- amato e rispettato da quanti gli erano stati intorno: amici, colleghi, parenti.
"...la vita è reale, è fatta di piccole cose: minuti, ore, sonnellini, commissioni, routine... e questo deve bastare..."
Nel complesso un buon film quello di Lewis, nonostante una narrazione a tratti lenta -di certo non al passo con la sfolgorante scrittura di M. Richler. Brillante l'interpretazione di Giamatti, a dir poco esilarante il grande Hoffman, bellissime le musiche -struggenti i pezzi di L. Cohen- e i riferimenti a grandi autori del passato come Heinrich Heine. Da questo punto di vista un film 'non per tutti'. Difficile cogliere il senso di certe frasi, di certi contesti culturali.
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