domenica 9 gennaio 2011

"La controvita" di Philip Roth

Cercate uno scrittore?
Intendo uno che sappia scrivere "dannatamente" bene?
Volete uno di quei libri che vi faranno pensare e ripensare a quanto avete appena letto?
Allora affidatevi a Philip Roth e al suo "Controvita".
Un solo ammonimento: tenetevi pronti a tutto, a ribaltare l'angolo di lettura, a farvi fuoriviare da chi racconta, alter ego dell'autore, a odiare e amare Nathan Zuckerman (personaggio cardine della letteratura rothiana), a credere al naturale dispiegarsi degli eventi finanche plausibili, condivisibili tranne scoprire che forse è solo l'ennesima beffa, l'ennesimo gioco di Nathan, personaggi che si animano e si ribellano all'autore, un affastellarsi di storie, pensieri, umori che accendono la fantasia del lettore pienamente consapevole di essere al cospetto di un genio, ovvero Nathan, ovvero Roth, ovvero se stessi con le proprie idee, le proprie paure, i propri desideri repressi e non, le mille congetture su vita, società, politica.
Similmente pirandelliano Roth sfida se stesso regalandoci il meglio della sua istrionica, comica, irriverente narrativa. Zuckerman/Roth è uno capace di scrivere di sé, di quelli che gli stanno intorno, delle sue malattie, dar forma alle sue fantasie sessuali, sgretolare miti, pregiudizi, irridere falsi miti, parcelizzare strutture complesse, affrontare tematiche serissime quale la questione ebraica senza perdere contatto con la realtà. Restando sempre quel che è, uno sfacciato, snervante, egocentrico, eppure godibilissimo, uno che si vorrebbe come amico, uno con cui bere caffé e parlare di libri.. e non solo, perché Nathan è uno che potrebbe persino farti soffrire ma farlo con stile, mandando in frantumi tutte le tue certezze salvo riabilitarti un attimo dopo degnandoti dell'allure di personaggio nelle sue straordinarie storie.
Un romanzo semplicemente perfetto. Geniale.

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