venerdì 14 gennaio 2011

"Herafter" regia di Clint Eastwood

Strapazzato dalla critica americana, l'ultimo film di Eastwood arriva nelle sale cinematografiche italiane gravato dall'handicap di essere o diventare speciale ad ogni costo. E' invece, sostanzialmente, un film fortemente emotivo, a tratti drammatico, di sicuro coinvolgente. E' imbevuto in ogni immagine di dolore, mediato dal bisogno incessante di ricevere rassicurazioni: su chi non c'è più e abbiamo amato e ameremo sempre, su chi resta e cerca conforto, su chi inizia un nuovo viaggio nella vita fidando solo su stesso. Capita così ai tre protagonisti della narrazione sapientemente tenuta insieme da un filo rosso di intenso pathos: la solitudine che segue a chi è sfiorato dalla morte e l'interrogativo su cosa succede dopo. Marie, la giornalista sopravvissuta allo tsunami, il piccolo Marcus smarrito dopo la morte del fratello gemello e George capace di vedere al di là della vita. I tre si ritroveranno a Londra alla fiera del libro e salveranno l'uno la vita dell'altro, concedendosi la voglia di sperare ancora, di vivere un quotidiano pur attraversato dal dolore dispiegato nelle sue varie forme, e dalla morte, sia che provenga da stravolgimenti della natura, da violenze urbane, fatali e drammatici incidenti o dall'arroganza stessa dell'uomo che ha smarrito la compostezza del vivere e la suggestione di porsi domande sull'al di là.
A far grande un regista è la capacità di dirigere e ottenere il massimo dagli attori e questo riesce in pieno a Eastwood anche in questo film, tanto più con i più giovani del cast, George e Frankie McLaren: lo sguardo triste, perso e deluso dei piccoli protagonisti inchioda lo spettatore. Non sono da meno le immagini iniziali del film sullo tsunami, a testimoniare quanto dirompenti possano essere pochi frammenti di pellicola.
In definitiva non è semplice affrontare tematiche quali la morte e l'al di là, mettendo da parte scienza e fede; superare lo sbigottimento che l'idea stessa di un "oltre" ingenera è l'obiettivo che Eastwood si pone e raggiunge, convincendo lo spettatore.

Nessun commento:

Posta un commento