sabato 28 agosto 2010

"Il vincitore è solo" di Paulo Coelho

Pedissequo, ovvero secondo il Sabino Colletti "che segue o imita passivamente qlcu. o qlco., senza offrire alcun contributo personale di originalità". Ecco che una sola parola basta a descrivere "Il vincitore è solo" di Paulo Coelho, che o si è definitavemente perso sul cammino per Compostela o ha deciso di scivolare nella solita generalizzata disanima della società contemporanea questa volta partendo dal microcosmo di Cannes tra 'superclasse', ricchi di varia specie, ragazze in cerca dell'occasione di una vita per sfondare nella moda, nel cinema, frustrati, talentuosi costretti a ripiegare su se stessi, e gente di vario tipo stritolati nel pazzo gioco della vita da 'vivere alla grande' ad ogni costo, consacrare all'apparenza, celando il vuoto esistenziale. Tra questi un magnate russo della telefonia svezzato nelle varie guerre ancora pazzo d'amore per la moglie che gli ha preferito uno stilista arabo, deciso a 'sacrifcarle mondi' ovvero vite umane per convicerla a tornare con sé, peccato che di mezzo ci vadano innocenti e che come in tutte le favole dark il cattivo della situazione si convinca che non vale poi la pena di impazzire per una donna -che per inciso uccide!-. In mezzo, in una giornata frenetica come poche come può capitare solo a Cannes, le storie minime e massime di una modella, di un'aspirante attrice, di un detective, di un produttore, di una venditrice ambulante guru improbabile di un killer destinato a suo modo ad autoassolversi e salvarsi. Nel suo gioco una sola pecca: il vincitore è solo!

Nessun commento:

Posta un commento