domenica 5 febbraio 2012

"Tutto ciò che sono" di Anna Funder

"Erano distese sul letto l'una di fronte all'altra, le coperte alzate fino al mento. (...) La fronte di Dora era fredda sulle mie labbra. La sua bocca era di un azzurro grigiastro. Gli occhi chiusi, infossati. Mathilde sembrava stanca. Un liquido incostrato le usciva dal naso e dalla bocca, sul cuscino".
I corpi di due donne vengono ritrovati nella tarda primavera del 1935 in una appartamentino di Londra. La stanza è chiusa a chiave dall'interno. Tutto lascia pensare ad un suicidio. Le autorità finiscono per accreditare questa tesi. E' opportuno, conveniente, per tutti che sia così. Ma non per la cugina di Dora, Ruth, non per Ernst Toller, non per gli amici delle vittime. Perchè Dora Fabian era una giovane, determinata attivista anti-nazista, esule in Gran Bretagna. Perchè lei come uno sparuto di indomiti uomini e donne comuni aveva deciso di sacrificare tutto, finanche se stessa, per raccontare al mondo l'illegalità del partito nazista e del suo leader; le atrocità progammate contro gli ebrei, contro gli oppositori del regime, contro ogni forma di molesta diversità; l'inquietante subdola connivenza di un popolo soggiogato dall'idea di potenza.
A ricordare Dora, il suo sacrificio, la sua aperta lotta al nazismo, la tenacia di una donna moderna, libera, passionale, antincovenzionale, coraggiosa sino all'indistinta percezione del pericolo sarà lo scrittore Ernst Toller, morto suicida nel dopoguerra, e la sopravvissuta Ruth Blatt, sua cugina 'un recipiente di ricordi in un mondo di dimenticanza'.
Anna Funder racconta una storia vera, drammatica, inquietante quanto i lunghi anni del dominio nazista in Germania. Inquietante perché evidenzia l'atrocità del tradimento tra amici, parenti, conoscenti schierati su posizioni opposte per necessità, convenienza, ideali. Drammatica perchè reale nelle ferite lasciate sui corpi e sulle anime dei protagonisti, dei testimoni, i sopravvissuti di quel tempo. Vera perchè tangibile, volti con un nome e una storia impossibile da cancellare.
Su tutte l'eroina dimenticata dal tempo quotidiano: Dora Fabian, sfacciata, ribelle, donna innamorata ma incapace di svincolarsi dall'impegno, accesa al suono della parola libertà, legame forte di un gruppo di attivisti dipinti come eroi dalla storia, semplicemente consapevoli di amare il proprio paese, difenderlo dagli inconsapevoli carnefici di Hitler che erano diventati i cittadini tedeschi.
Una scrittura che strappa la forzata partecipazione del lettore, inchiodato alle storie di uomini e donne che senza saperlo incrociandosi segnano per sempre le proprie vite. Una struggente storia d'amore, il sacrificio di una donna indomita, la fragilità di un uomo, il silenzio connivente di un intero popolo, un thriller psicologico che indaga nell'animo umano, la testimonianza di chi ricordando apre alla speranza di un mondo diverso.
Un romanzo del nostro tempo, che inchioda alla memoria collettiva.

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