domenica 28 febbraio 2010

La foresta dei girasoli

"Se l'amore non è il rimedio, se l'amore non cambia gli errori delle persone e non le rende migliori, se continuano a soffrire e tu ti senti solo ferito, perchè darsi da fare?"
"Perchè abbiamo la possibilità di scegliere. Questa è la vita Lesley, che cosa fai con le tue scelte. Puoi scegliere di amare tua madre invece di odiarla. Proprio come tua madre scelse di vedere girasoli invece di lupi. Così riuscì a sopravvivere. Così riuscì a non farsi distruggere da quello che le accadeva, e no, non era perfetto ma nemmeno il mondo lo è. Scegliere come vederlo è l'unico vero potere che abbiamo".
Gli orrori dei nazisti nella vita di Mara, un'adolescente ungherese negli anni quaranta proiettano ombre inquietanti nella sua vita da adulta, apparentemente felice nelle quiete di una cittadina del Kansas.
Ma è un'illusione.
Non si può dimenticare l'orrore subito -sevizie, stupri, umiliazioni- e l'angoscia di vedersi strappare un figlio. Non basterà la protezione, l'adorata devozione del marito nè l'amore delle figlie Lesley e Megan a strappare la donna dal buio profondo della sua anima, giustificare il suo essere sopravvissuta, convivere con la colpa di esistere.
La fragile esistenza degli 'O Malley si sgretola un pomeriggio di primavera. Colpi di arma da fuoco, corpi di innocenti per terra, l'ossessione di una donna messa a tacere per sempre.
Da allora nulla sarà come prima.
La giovane Lesley però cercherà ostinatamente una ragione, spiegare, dare un senso agli incubi della madre, costruire una verità che possa placare il suo senso di inadeguatezza, salvo giungere ad una triste verità: a volte l'amore può non bastare ad evitare le tragedie, si può ostinatamente volere, cercare, offrire amore e al tempo stesso non riuscire a cambiare le cose né renderle migliori. Si può solo sperare che funzioni, quel che resta è la scelta.
Una narrativa asciutta, penetrante quella di Torey Hayden; una resa del contesto storico professionale; un taglio psicologico consapevole e competente nella descrizione dei personaggi. La percezione del male nelle parole di una vittima che trasforma se stessa in carnefice travolgendo gli affetti più cari intorno a sé. Pagine di drammatiche crudeltà che spiegano la complessità della protagonista e giungono dritte al cuore del lettore per il tramite della semplicità dolorosa delle parole che impattano più delle immagini cui si è soliti pensare rievocando l'olocausto.
Un romanzo che lascia il segno e consuma le speranze. Difficile, duro, cupo, doloroso ma stranamente necessario oltre che profondamente e drammaticamente realistico.

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