domenica 28 febbraio 2010

Deserto americano

Libro gratificante per un lettore non comune. Nel mare delle ovvietà e dei continui 'capolavori' sfornati dalle case editrici ecco un romanzo davvero innovativo nella scrittura, originale, dissacrante, ironico, graffiante, incisivo.
Non potrebbe essere diversamente quando il protagonista è un morto, uno che non ha alcuna funzione vitale e che a dispetto di fede e ragione sta in piedi, parla e si trova invischiato in una storia talmente incredibile da annientare chiunque e spingere a inquietanti osservazioni.
Lui è Theodore Street, docente universitario, in crisi. Deciso al suicidio per chiudere una vita di fallimenti. Peccato che qualcosa vada storto. Theodore muore ma non suicida, bensì decapitato in un incidente stradale. Sarebbe la fine di tutto e invece la morte si trasforma in un nuovo inizio. Perchè nel mezzo del funerale dopo le struggenti e impietose false parole di amici e colleghi Thoedore si sveglia e si rialza dalla bara mandando nel panico i presenti. Certo i punti dati alla meglio per riattacargli la testa prudono un pò ma quello è l'ultimo dei suoi problemi. Come spiegare un morto che morto non è? Come rassicurare i propri figli, stringersi alla moglie e dare un senso a se stesso di qualcosa che non può avere spiegazione a meno di essere un novello messia?
Angelo o demone? Tutto o niente. Un mostro della natura? Forse, o semplicemente un uomo che non riuscirà a morire fino a quando non sarà in grado di cogliere che la morte può essere un nuovo inizio, forse la sola possibilità per diventare una persona nuova, in grado di riconsiderare la vita precendente sotta una nuova luce, perdonare se stesso e gli altri, darsi una seconda possibilità con la moglie, i figli e la società a cui restituire qualcosa di sè. Così in un susseguirsi di avventure assurde tra fanatici religiosi, scienziati pazzi ed oscuri emissari del governo Theodore avrà l'opportunità di salvare piccoli innocenti e mostrarsi al mondo per quello che avrebbe voluto essere sin dall'inizio: solo un uomo rispettabile.
Una diversità estremizzata che 'un morto che non riesce a morire' finisce per far accettare ad un'umanità apatica.
L'americano Percival Everett è un vero talento. Eclettico, geniale, spiazzante. In una parola, la sua narrazione pura rischia di non arrivare al grande pubblico ma i pochi consapevoli fortunati lettori gioiscono delle sue continue sperimentazioni.
"La morte è soltanto un punto senza dimensioni nel tempo; è insignificante, assurda, ma contiene tutto ciò che c'è da sapere sulla vita".

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