domenica 21 febbraio 2010

La cena

Spacciato da certa stampa come un libro inquietante, figlio del nostro tempo, 'La cena' di Herman Koch racconta dell'incontro di due coppie in un ristorante: la cena dovrebbe essere l'occasione per parlare di qualcosa che ognuno nasconde all'altro e che riguarda i propri figli ma nessuno ha il coraggio di tirar fuori l'argomento. Il libro si rivela nient'affatto originale, non lo è nella struttura narrativa, non è lo è propriamente nella scrittura e nemmeno nella caratterizzazione dei personaggi, volutamente catalogabili. Ognuno dei quattro commensali alla cena, Paul e Claire, Serge e Babette perde di vista quello che dovrebbe essere l'obiettivo comune, spiegare il gesto assurdo di due ragazzi, Michael e Rick, colpevoli di aver picchiato e procurato la morte di una barbona, porvi in qualche modo rimedio, prendere posizione. Paul rivede nel gesto assurdo del figlio i germi della malattia, la violenza incontenibile che l'ha portato al licenziamento, sua moglie Claire incolpa la barbona pur di proteggere il figlio, Serge candidato premier al parlamento olandese teme lo scandalo da un momento all'altro mentre sua moglie Babette è disposta a tutto per sostenere le ambizioni politiche del marito a dispetto del dramma esistenziale che corrode l'animo inquieto del figlio adolescente. E a loro, nessuno pensa. Impauriti, scossi non dal gesto in sé -la telecamera di sicurezza che vigila sul bancomat ha inquadrato parzialmente i due ragazzi nell'atto di picchiare e dar fuoco alla barbona- ma dalla possibilità di essere riconosciuti e di cedere al ricatto di un testimone scomodo per tutti, il fratellastro di Rick, Faso.. il ragazzo africano adottato che figura nelle foto pubbliche del futuro premier nella famiglia felice creata ad hoc per i media, che minaccia di spiattellare tutto con filmati caricati su internet. In un affastellarsi di ricordi personali, di odi e ripicche familiari, malattie, rivalse, incomprensioni tutto l'humus che ha reso possibile il gesto incosulto di due ragazzi schiacciati dal peso ingombrante di adulti devastanti, che legittimano ben più dell'aggressione in sè, tutto quello che serve a che nessuno debba mai mai saperne nulla..
Un romanzo, quello di Koch, sul vuoto esistenziale degli adulti e dei futuri protagonisti di una società spietata che protegge il proprio angolino di mondo artefatto di felicità e infelicità perchè citando più e più volte Tolstoj: "tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo".





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