
Pennac racconta la scuola, a cui ha dedicato molti anni di insegnamento, con lo sguardo disincantato ma a tratti claustrofobico del somaro, di quanti per una volta o per anni hanno vissuto la terribile sensazione di vuoto assoluto della mente, un rifiuto categorico a capire quanto loro insegnato. Senza indugiare su buoni e cattivi della situazione, senza inciampare nei luoghi comuni Pennac guarda al suo passato da 'somaro' per indagare sulla speranza di riuscita di quanti 'indietro' rispetto ad altri o semplicemente a se stessi hanno in realtà la speranza nel proprio divenire, complici insegnanti capaci. L'autore si congeda con una lucida osservazione: forse proprio chi è stato somaro a scuola sarà un giorno un grande insegnante.. mmm.. forse.. ma non tutti sono 'Daniel Pennac'.
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