venerdì 12 novembre 2010

"Una vita tranquilla" regia di Claudio Cupellini.

Provincia tedesca. 'Da Rosario' è un piccolo albergo-ristorante gestito da un italiano perfettamente integrato nella comunità, Rosario appunto. Sposato, un figlio piccolo biondo e gentile, una professione apprezzata, la sua appare agli occhi di tutti una vita tranquilla.
Un giorno all'improvviso l'equilibrio perfetto della vita di Rosario si spezza. Mentre serve cinghiale e gamberi ad una tavolatava di commensali gaudenti Rosario guarda dalla finestra i volti di due giovani che hanno preso una camera da loro. Uno dei due ha un aspetto familiare. Un volto ricacciato indietro nel cuore, forzatamente dimenticato, il volto di un ragazzino divenuto orami grande, lo sguardo incerto di chi non sa chiedere ma è evidente che non ha mai dimenticato nè perdonato: Diego, suo figlio.
Perchè la vita tranquilla di Rosario è solo apparenza. Un tempo affiliato alla camorra l'uomo ha spacciato per vera la sua morte rifacendosi una vita all'estero, lasciandosi indietro, amici, famiglia, responsabilità e affetti.
Eppure quando Diego bussa alla sua porta Rosario spera solo di poter essere felice, ancora, magari stringendo a sè quel figlio perduto, ignaro che un meccanismo perverso di orrore, violenza e vendetta lo trascinerà indietro nel tempo, nel mondo fuggito, spingendolo a non fidarsi di nessuno, nemmeno di suo figlio, deciso a non lasciarsi strappare quella vita tranquilla che ora impone anche a Diego
"Domani mattina parti. Se tutto va bene, avrai una vita tranquilla".
Ma nei piani di Rosario qualcosa sfugge, l'imponderabile ambiguità del male trascina con sé Diego fino a tradire il padre. Finalmente nudi, scoperti nelle loro debolezze, padre e figlio si ritroveranno, per un istante, un solo momento salvo perdersi per sempre e imporre a Rosario di fuggire ancora, ripetere i gesti dell'abbondono per ricominciare altrove, aggrappato alla speranza di poter vivere 'una vita tranquilla'.
Un film durissimo, tragico, l'eterna lotta bene male che scivola in un confine labile, per certi versi il film svela l'illusione di quanti sperano di sfuggire ad un passato carico di orrore salvo apprendere che nel tentativo di imporre cambiamenti a se stessi la vita passa.
Intensa l'interpretazione di Toni Servillo.

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