lunedì 22 novembre 2010

"L'ultima riga delle favole" di Massimo Gramellini

Alla sua prima prova come romanziere il bravo vicedirettore de 'La Stampa', Massimo Gramellini, si cimenta con una favola moderna imbevenuta di new age e misticismo, che pure occhieggia alla psicoanalisi e alla filofofia. Insomma un mix riuscito di narrazione e frasi ad effetto per descrivere il cammino che ogni uomo/donna deve compiere per recuperare il controllo perso in una vita macchinosa, banale, fatta di compromessi, schiacciata dalle paure dei fallimenti, indagando alle origni dei conflitti interiori in un passato spesso corroso da incomprensioni e falsi problemi. Solo quando, come il protagonista Tomàs, si compie un viaggio simbolico alla scoperta di se stessi si è pronti a 'vivere' e affidarsi all'amore, l'unica forza positiva che regola il mondo.
Se il protagonista riesce a leggere l'ultima riga della favola -La Bella e la Bestia, superare la morte della madre e aprirsi con fiducia alla sua anima gemella- il lettore fatica a stare dietro alle strambe invenzioni letterarie dell'autore finendo per perdersi nel guazzabuglio onirico delle terme dell'anima. Tutt'al più mette da parte una serie interessante di parole buone per ogni occasione:
"..solo quando l'emozione si sublima in sentimento l'amore raggiunge il suo centro e l'uomo diventa invincibile"
"..per sapere se un sogno è giusto bisogna prima rinnegarlo, affinché la vita te lo restituisca per sempre con una rivelazione improvvisa"
"..se desideri una cosa e pensi veramente di meritartela, smetti di chiederti perchè gli altri non te la danno. Alzati e vai a prendertela"

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