mercoledì 29 settembre 2010

"La passione" regia di Carlo Mazzacurati

La solita Italietta di oggi.. ecco quella dipinta da Carlo Mazzacurati ne 'La passione', storia di un regista incapace di produrre un soggetto buono da ben cinque anni, pressato da un produttore la cui unica forma di amore è quella verso il proprio cane, bistrattato dall'attricetta di fiction di turno, assurta agli onori delle cronache per meriti inspiegabili, che ignora persino cosa racconti "Histoir d'O", ricattato dai maggiorenti di un paesino della provincia toscana talmente fieri del concetto di 'comunità' da guardare con sospetto chiunque non si dimostri integrato. Di mezzo la rappresentazione della via crucis, e forse la redenzione di un uomo spinto ad accettare i propri fallimenti dall'esempio straordinario di chi presta aiuto al prossimo senza alcuna pretesa come l'ex ergastolano che finisce per vestire i panni di Gesù, o la barista polacca che continua a sorridere sebbene abbia il cuore a pezzi per un amore finito, o il giovane figurante che ammonisce la gente ad avere rispetto per chi in quella rappresentazione ha messo anima e corpo.
Eppure la narrazione di Mazzacurati non convince del tutto. Il soggetto non è originale e lo stesso finale lascia perplessi, con un senso strisciante di inadeguatezza verso l'atteggiamento del protagonista.
Buone le caratterizzazioni, strappa qualche battuta Guzzanti, riuscite le mimiche facciali di Silvio Orlando ma a farla da padrone è la prova di Battiston, intensa.

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