venerdì 24 settembre 2010

"Mangia prega ama" regia di Ryan Murphy

"Mangia prega ama"? Benvenuti nella fiera delle ovvietà e degli stereotipi. Il tutto propinato per più di due ore e senza un perchè se non l'illusione di fagocitare lo spettatore nella vita della protagonista Liz in cui dovremmo o potremmo rispecchiarci tutti noi figli di un occidente perennemente insoddisfatto, dove l'equilibrio personale è un'illusione o lo è la maturità, la consapevolezza dolorosa di dover prendere ogni tanto decisioni che fanno male a noi stessi e/o alle persone che ci sono vicine.
Così se c'è chi trova o ritrova se stesso nella passione che mette in un hobby piuttosto che nel lavoro (pochi fortunati), nella famiglia, nella religione, nello sport e negli amici (quanti i patiti della partitina di calcetto del venerdì sera?) c'è invece chi come l'americana Liz (una Julia Roberts meno spigolosa del solito) sente il bisogno di andare più a fondo nel proprio disequilibrio personale, una accesa malinconia che va curata riprendendo contatto con ritmi quotidiani più lenti, che consentano non solo la percezione di quel che si fa ma una studiata ricercatezza, una sorta di piacere nascosto negli atti minimi che diamo per scontati: così la scoperta del cibo, e poi della nostra anima in un perdonare se stessi per sentirsi liberi di aprirsi nuovamente con fiducia e generosità al prossimo. Il cammino però è più complicato di quel che sembra tanto più se a rimescolare le carte del destino è un tipo fascinoso (nel film Javier Bardem) pronto a rischiare tutto in una storia d'amore con la A maiuscola.
A dispetto della Roberts il film non convince per niente.

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