sabato 25 settembre 2010

"La foglia grigia" di Alessandro Cannevale

1877. Italia post-unitaria. Perugia.
I cadaveri di due donne, orrendamente mutilati, vengono ritrovati a poca distanza l'uno dall'altro in un fossato. Ufficialmente incaricato delle indagini l'ispettore Verbasco, ex combattente, uomo inviso ai maggiorenti della città ma protetto dalla fraterna amicizia del nobile Santafonte con cui ha diviso gioie e dolori, battaglie, ideali e viaggi avventurosi.
Ma a seguire il caso vi è anche un uomo dei servizi segreti, il colonnello dei carabinieri Boeris, certo che il modus operandi legato ai due assassini rimandi a un caso occorso in quel di Genova vent'anni prima, là dove era stata accertato il coinvolgimento di nobili, massoni, militari, esponenti di spicco della società, della nuova classe politica italiana, ebbri di potere, sfacciatamente ricchi.
Sospettosi l'uno dell'altro Verbasco e Boeri concordano sul ruolo di una setta di fanatici, streghe e inconcludenti ladruncoli incaricati di liberarsi di cadaveri.. tanti, tutte di giovani donne, brutalmente seviziate spinti ad agire sotto l'effetto di una potente sostanza allucinogena, una strana pianta detta 'la foglia grigia'.
Ad un passo dalla soluzione del caso per Verbasco l'inquietudine nel dover dubitare di chi si ama, perchè la verità è legata al sacrificio della persona da cui mai avrebbe pensato d'esser tradito.
E intanto Perugia si appresta ad ospitare il poeta Carducci..

Un buon giallo l'esordio del magistrato Alessandro Cannevale, che gode di una scrittura chiara e attendibile storicamente, pur se venata da qualche forzatura di registro. L'idea che se ne ricava però è di un romanzo un pò pretenzioso, deciso a riproporre uno schema narrativo di successo con un finale affrettato quanto improbabile.

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