sabato 7 dicembre 2013

"La cena di Natale" di Luca Bianchini

"I nostri occhi vedono anche quando li teniamo chiusi".
Saggia zia Dora. Saggia e attenta, per cogliere nella cognata Ninella la pazzia per l'unico uomo che proprio devo togliersi dalla testa. L'uomo che le ha fatto battere il cuore da ragazzina, l'uomo che si è imposta di dimenticare per più di vent'anni e che è prepotentemente rientrato nella sua vita da quando è diventato il consuocero: don Mimì. Eh sì perché il sogno d'amore negato a loro lo vivono da qualche mese i rispettivi figli: Chiara e Damiano. Sembra solo ieri il giorno del matrimonio, sfarzoso al punto da tramutarsi in farsa, quando incuranti degli sguardi di tutti si sono stretti in un appassionato ballo riaccendendo la passione sopita ed ecco che Natale è alle porte e Polignano la accoglie come una cartolina in bianco e nero con i silenziosi colori di un manto di neve tanto irreale quanto magico. Ninella e don Mimì si vedranno ancora complice la cena della vigilia e un guazzabuglio di eventi che spingerà tutti protagonisti delle due famiglie a un susseguirsi di emozioni: gioie, dolori, attese, delusioni, speranze. Così Chiara timorosa del primo pranzo di famiglia da preparare con i ricettari di Parodi e Clerici, consumata dall'idea che un bambino forse in arrivo destabilizzi la sua unione e bruci i sogni di lavoro; Damiano ancora insoddisfatto, incapace di farsi bastare l'amore di Chiara; Orlando finalmente orgoglioso del suo orientamento sessuale; Nancy alle prese con la verginità da perdere a tutti i costi e lei donna Matilde alias la First Lady, regina di carta ma non di cuori, alle prese con un menù imponente fatto col Bimby e un diamante da mostrare ad ogni costo, ed ancora la signora Labbate vicina impicciona tuttofare e l'intraprendente tuttologo Pascal truccatore delle dive!
Se è vero che "dimenticare è un esercizio doloroso" alcuna sofferenza può bastare a don Mimì e a Ninella, in versione biondo Kidman, meno sicura di sé ma decisa a vivere un pezzo di felicità accanto ad un altro uomo, il sig. Bofrost alias il tipo delle consegne dei surgelati. I migliori propositi cedono allo sfiorarsi delle mani sotto il tavolo mentre tutti fingono una cordialità inesistente cincischiando del menù scritto a mano. Ma si può davvero rinunciare ad amare? Si può, come Ninella, avere diritto a un po' di felicità o è doveroso farsi da parte, ancora, per le sue figlie, per tacitare la coscienza e reggere agli sguardi della gente. Forse. Oppure ci si può accontentare di un bacio, dato la notte di Natale, la notte in cui tutto è possibile perché in fondo "tutti i baci dati con calma assomigliano ai sogni". 

Abilissimo intercettatore delle storie che la gente vuol sentirsi raccontare, Bianchini mescola il popolare e i luoghi comuni con un mix di sdolcinatezze, trovate surreali e buoni sentimenti arruffianandosi tutti. Il plot perfetto si presta a continui nuovi episodi di una fiction grossier, verissima nelle sue eccentricità quanto nella fragilità descrittiva della famiglia moderna. Ipotizziamo già che Ninella e don Mimì e la nevrastenica donna Matilde si ritroveranno per la nascita del primo nipotino va da sé maschio, con la questione del nome da dargli e la faraonica festa di battesimo. Per allora Ninella avrà capito cosa fare? Speriamo anche Chiara.. ben più matura dell'anaffettivo viziatissimo beota di Damiano.

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