venerdì 30 agosto 2013

"Inferno" di Dan Brown

"Ricorda questa sera perchè sarà l'inizio dell'eternità"
Così, parafrasando Dante, Robert Langton, esimio studioso di simbologia, saluta la bella e spaurita Sienna Brooks. Insieme hanno appena trascorso una manciata di ore, sfidando in un'impietosa lotta contro il tempo, un folle deciso a sterminare parte dell'umanità con la peste del XXI secolo: un virus ad alto potenziale di trasmissione. A fare da filo conduttore nel periglioso viaggio verso la verità, le terzine dell'Inferno della Divina Commedia, piccoli indizi per attraversare la città di Firenze pei luoghi di maggior bellezza, gli occhi puntati in alto a rimirar tele quando non le amate stelle dantesche, scrutare nella tenebrosa maschera funebre del sommo poeta che cela quel che umano ignora, perdersi per labirinti di vie, passaggi segreti, botole e quant'altro per aver salva la vita che tanti, troppi attentano vilmente. E sulle orme di Dante andar nella bella Venezia, abbagliati dalla lucentezza scaltra di San Marco che rivela l'inganno e pone l'esperto professore dinanzi al dilemma se chi ha accanto non sia parte stessa della cospirazione. Dovrà volare ad Istanbul, visitare Santa Sofia e calarsi nelle viscire della terra per rispondere all'inquietante domanda all'origine di quell'incredibile storia: "uccideresti metà della popolazione per salvare la nostra specie dall'estinzione?"

Avventurosa e adrenalica la narrazione di Dan Brown, trascinante, debordante fino all'eccesso. Ma deve bastare questo al lettore. Un brogliaccio che tiene col fiato sospeso, peccato per l'improbabilità degli accadimenti, per le inesattezze su Dante, per le descrizioni grottesche e per la scrittura che si trastulla con termini aulici messi lì a bella posta per impressionare salvo perdersi un momento dopo con l'alito degli ambulanti che al primo mattino sa di 'lampredotto e olive al forno'. Va da sé che possa spiacere ai lettori italiani abituati a conoscere e studiare Dante più che ad altri. E non è poca cosa.

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