mercoledì 7 agosto 2013

"Qualcosa di più dell'amore" di Orlando Figes

"Non voglio che il dolore ci faccia mai dimenticare nemmeno per un istante tutto il bene che c'è nel mondo: la terra e il sole e l'acqua e, quel che più conta, le persone e i rapporti con loro"
Svetlana così scrive a Lev. Siamo sul finire del 1949 in Russia. La guerra ha cambiato per sempre il destino semplice di due ragazzi che si amano dai tempi dell'università. E l'impietosa polizia staliniana ha fatto il resto tacciando di tradimento Lev, condannato a morte prima, a dieci anni da scontare in un gulag poi. Sembra la fine.. e invece è l'inizio di una straordinaria storia d'amore, di passione, follia, determinatezza. 
A Lev che le scrive dal gulag Svetlana risponde "forse per altri che ti hanno conosciuto sei solo un ricordo, ma la vita è la vita, e tu sei la mia vita perché non passa giorno che tu non sia nella mia mente al mattino, al pomeriggio e alla sera".
A dispetto delle impietose condizioni di vita nel gulag Lev crea intorno a sé una rete amicale che gli permette di scambiare con una certa regolarità una corrispondenza con l'amata Svetlana al punto da arrischiarsi più volte ad incontrarla sfidando ogni pericolo e ogni logica. Svetlana viaggierà per migliaia di chilometri evitando miracolosamente l'arresto solo per guardare negli occhi Lev pochi minuti, parlargli, infondergli coraggio e trasmettere la fede in un amore capace di bastare a se stesso, di salvare, salvarsi.
Sarà il prezioso carteggio a ricostruire dettagliatamente la struggente e intensa storia d'amore di Lev e Svetlana e al tempo stesso offrirsi come documento storico necessario a raccontare l'orrore dei gulag, la condizione sociale nella Russia pre e postbellica sotto l'egida staliniana, la condizione 'duplice' di fede e di dubbio di milioni di cittadini sovietici.
Ricostruire la storia di Lev e Svetlana, trovarli insieme a distanza di settant'anni dal loro primo incontro, saperli così devoti l'uno all'altro, spinge a credere che la realtà superi a volte la fantasia, e che lo storico possa sostituirsi al romanziere -come fa brillantemente Orlando Figes- raccontando di un amore costruito sul sacrificio, sulla pazienza, sull'ostinazione e al tempo stesso la speranza, la generosità, la gioia immensa.

"Qualcosa di più dell'amore" come recita il titolo lega Lev e Svetlana: la gratitudine di sentirsi amati a dispetto del mondo esterno fatto di dolore, rabbia, ingiustizia, un mondo che travolge ma non al punto da sommergere, non al punto da togliere la percezione della vita e del bene che reca con sé. La forza positiva di una ragazza Svetlana e del suo amore, così straordinario da rendere poesia anche il tormento dell'abbandono e farne parole leggere da sperdere in cielo: "Il fatto è che voglio dirti soltanto tre parole: due sono pronomi, e la terza è un verbo (che può essere letto simultaneamente in tutti i suoi tempi: passato, presente e futuro".

Nessun commento:

Posta un commento