domenica 3 giugno 2012

"Il disagio della libertà" di Corrado Augias

"L'unica libertà che meriti questo nome, è quella di ricercare il proprio bene a proprio modo nella misura in cui non si cerchi di privarne altri o di ostacolare i loro sforzi per ottenerla".
Breve, brevissimo saggio quello di Augias sulla libertà. Breve ma incisivo come le parole, mai citate a caso, usate per spiegare il concetto di libertà e il disagio che gli italiani ne lamentano al cospetto. Scrittori contemporanei e non, filosofi, storici, politici chiamati a testimoniare l'insofferenza tutta nostra -insita nel nostro passato- a confrontarsi con l'arditezza di conciliare libertà personale e libertà di partecipare alla vita pubblica per contribuire alla cura dei diritti di tutti.
Come siamo arrivati a delegare scelte e responsabilità ad altri e nel far questo rinunciare alla libertà.. intesa come libertà di fare, di agire, di essere?
Perchè, citando de la Boétie, abbiamo deciso d'esser servi.. e oggi pure contenti?
Perchè a fronte della quotidiana illegalità il cittadino italiano accetta tutto, non si ribella? Perchè ovunque serpeggia una doppia morale, l'uso sfacciato dell'ipocrisia?
L'analisi di Augias è semplice, fondata su un exursus storico inappuntabile, intelligente occasione di riflessione, suggerisce l'assenza di un'educazione pubblica tanto cara al Filangieri, e non solo.. "ma a fare il proprio dovere, il più delle volte fastidioso, volgare, ignorato, ci vuole forza di volontà, e persuasione che il dovere si deve adempiere non perchè diverte o frutta, ma perchè è dovere; e questa forza di volontà, questa persuasione, è quella  preziosa dote che con un solo vocabolo si chiama carattere".

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