domenica 10 giugno 2012

"Il colore del mare in tempesta" di Karen Viggers

Freddo. Come il vento che sferza Bruny Island. E come il cuore della vecchia Mary che sull'isola torna per morire, perdonare, e perdonarsi. E forse intilmente sfuggire ancora il segreto che nasconde da tanti, troppi anni. Un segreto nascosto sull'isola, un dolore che il faro illumina ogni volta che la mente torna indietro all'adolescenza in famiglia, al marito Jack, ai suoi figli e ad Adam... riapparso un giorno alla sua porta:
"Quell'uomo la stava ancora guardando, cercando di scavare nella sua mente. Ma lo tenne a distanza. Non gli avrebbe più permesso di indagare i suoi pensieri. Ripensando al passato, maledisse la debolezza che l'aveva portata a quel momento. Proprio lei, che era sempre andata fiera della propria forza".
Finalmente libera e in pace Mary può ricordare, rivivere il tempo della sua ribellione.
Guardare indietro per liberare se stessi e lasciare agli altri la speranza di credere ancora nell'amore, nei sogni..
La scrittura della Viggers è come l'Antartide descritto nel romanzo.. fredda, claustrofobica, inerme. Non passa alcuna emozione. La storia non è originale. I personaggi restano anonimi. A dispetto del battage pubblicitario e del prezzo di copertina il romanzo della Viggers meritava di restare nel cassetto. E ci sono andata leggera.

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