domenica 24 giugno 2012

"Di mercoledì" di Anna Marchesini

Un vecchio palazzo, un portone che cigola, l'ascensore che profuma di legno vecchio e.. l'appartamento del quinto piano, inerno dieci. Qui nello studio di una coppia di psicoterapeuti scivolano le esistenze di uomini e donne. Le vite degli altri messe a nudo per ricostruire i pezzi di rotture, dolori, paure e provare a ricominciare. Tra la sala d'attesa dello studio e il pianerottolo del quinto piano si incrociano le storie di tre donne: Else, Zelda e Maria. Ognuna col suo carico di inquietudini e speranze, fino a che qualcosa che sembrava 'riaggiustato' si rompe di nuovo.. forse per sempre.
"Erano due persone sole, parcheggiate nella notte in attesa, in mezzo alla strada fradicia e vuota, ancorate ai pesi di un passato inconciliabile che rendeva incerto e lacerato il presente, impossibile la felicità, si erano incontrati loro due, in un tempo ambiguo un tempo non sincronizzato un tempo di mezzo senza durata che consisteva nel tempo degli altri ma non ne possedeva la metrica il passo la scansione: una specie di limbo dove le ombre vanno e vengono senza sapere a chi appartengono e neppure cosa ne sarà di loro. Ombre senza disperazione e senza affetti, ombre mancanti, ombre di corpi feriti danneggiati e incustoditi di carezze, corpi fragili e incapaci di condurle e troppo incerti sul cammino, ombre di nessuno, almeno fino a quando il corpo non avrà avuto il coraggio di richiamarle".
Una scrittura piena, barocca nelle descrizioni ma essenziale e capace di scavare a fondo nel cuore dei personaggi, al punto di far arrivare al lettore tutto il dolore, autentico, possibile, tragico.
"La realtà è il peggiore dei nemici ci lancia i suoi attacchi nei punti del nostro cuore dove non li aspettiamo, dove non abbiamo preparato una difesa".
La Marchesini si conferma una scrittrice di talento ma il suo 'Di mercoledì' è dolente.

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