Questo devono pensare le tre sorelle Brontë nella quiete della loro modesta dimora dello Yorkshire. Figlie di un curato di campagna, dotate di viva intelligenza e di un'istruzione non comune alle donne del loro tempo e del loro stato sociale, Charlotte, Emily ed Ann cercano un modo per dar voce alla loro voglia di indipendenza, all'irruenza di sentimenti e aspirazioni lungamente represse.
Piene di un forte senso del dovere che le tiene legate alla cura della casa, del padre anziano e del fratello scapestrato piegato dalla dipendenza dall'alcool e consumato da un amore negato, le tre donne cercheranno ragion d'essere nella passione comune: la scrittura.
E nel romanzo le eroine prendono forma, per vivere la vita che ognuna di loro vorrebbe, descrivendo donne vere, con sentimenti e bisogni reali, gridati ad alta voce, al punto da sembrare oltraggiose. Moderne oltre ogni limite ma non libere al punto di firmare i propri scritti con i loro nomi. Alto il rischio.. impossibile altrimenti sottrarsi al giudizio, alla soggezione di una società che relega le donne in casa. E l'anonimato garantisce altresì protezione, silenzio, la quiete necessaria per vivere i propri sogni e metterli su carta.
Intanto lutti e feroci contrasti familiari graveranno sui Brontë ma non impediranno a Charlotte, l'ultima delle sorelle.. di vivere la concretezza di un amore con un uomo attento e buono deciso a vincere ogni sua remora, aspettandola per anni: "un amore fedele che rifiuta di abbandonare l'oggetto amato, un amore che il disastro non può far crollare, amore che nella calamità si fa più appassionato e nella povertà più stretto si avvinghia".
Gradevole e interessante biografia romanzata delle sorelle Brontë quella della Gael, che però nulla aggiunge a quanto già editato.
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