sabato 11 gennaio 2014

"In città zero gradi" di Daniel Glattauer

"C'era di nuovo una persona per cui valeva la pena preparare una torta di pere a mezzanotte".
Max ha trentaquattro anni, scribacchia per piccoli giornali, ha una repulsione per i baci e un cane, Kurt, in perenne catalessi.
Katrin cura gli occhi della gente, ha due genitori apprensivi, un ex fidanzato petulante e amiche lagnose.
Entrambi, non sopportano il Natale. Max per l'atmosfera di felicità forzata che vi si respira, Katrin per la famiglia opprimente che vorrebbe festeggiare il suo trentesimo compleanno con la notizia del suo imminente matrimonio.
A farli conoscere Kurt. Max cerca qualcuno che possa occuparsi del cane in sua assenza, Katrin sembra disposta a farlo.
Introversi, disarmati nel loro approcciarsi al mondo senza i filtri delle convenienze sociali da rispettare, autosufficienti nel loro guscio di protezione che basta a saperli normali tra anormali, eppure inconsapevolmente in cerca di qualcosa, qualcuno capace di sciogliere la diffidenza del cuore per spingerli ad amare.
Ironici, semplici, poetici, imbranati Katrin e Max sapranno riconoscersi, aspettarsi, comprendere e aiutarsi nel superare paure e fobie. Un prendersi cura reciproco che coinvolge il buon cane Kurt... tutt'altro che addormentato.

"Ci sono storie che offrono l'opportunità di guardarsi negli occhi, di fare un cenno col capo, di sorridere ad oltranza, anche se non sono spassose. Quando sei innamorato, non racconti storie spassose, racconti a te stesso e all'altro la possibilità di vivere l'innamoramento senza l'obbligo di restare in silenzio. Ci sono storie che offrono la possibilità di spiare le mani intrecciate alle tue".
Ecco, Glattauer ha scritto una storia così, piccola, semplice, diretta al cuore del lettore.

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