mercoledì 15 gennaio 2014

"Elogio dell'amore" di Alain Badiou

"L'amore non consiste semplicemente nell'incontro e nelle relazioni chiuse fra due individui, ma è una costruzione, una vita vissuta non più dal punto di vista dell'uno, ma dal punto di vista del due".
Una conversazione tra due amici filosofi, un interrogarsi su cosa sia l'amore ed ecco in una manciata di pagine una disanima aperta e sincera sul sentimento che domina il mondo.
Sfiorando tesi antiche e moderne, citando letterati e filosofi, confrontandosi con la religione e l'egoismo rampante del quotidiano che tutto riduce a forma, Alian Badiou espone la sua tesi sull'amore elogiandolo a suo modo: "sono convinto che l'amore sia esattamente questo, un progetto che include naturalmente il desiderio sessuale e le sue prove, che include la nascita di un bambino, ma egualmente mille altre cose, in realtà qualunque cosa, a condizione che viva una prova dal punto di vista della differenza".
"L'amore è costruzione di verità" scrive l'autore.
Eppure a dispetto delle buone intenzioni, delle parole semplici, del tono partecipato la conversazione di Badiou resta per certi versi in superficie; spiegare l'amore non si può, l'amore non si può dire, farlo lo priva della sua essenza, in fondo l'amore non è riducibile. Se mai sono interessanti le intuizioni che lascia al lettore: "l'amore rimane una potenza, una potenza soggettiva, una delle rare esperienze in cui, a partire da un caso iscritto nell'istante, si tenta una proposizione di eternità".

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