domenica 20 gennaio 2013

"Immagina la gioia" di Vittoria Coppola

"..era chiara come l'alba nel giorno degli innocenti" così Eva alla nascita.
Eva... Eva che viaggia per l'Europa, che si rintana nella vecchia casa dei nonni in Sicilia per dare forma alle sue storie, Eva che torna.. torna sempre alla sua Mira, alla casa di famiglia, alle marmellate e agli abbracci intensi della vecchia nonna Annina, alle parole buone del padre Raffaele, agli occhi sfuggenti della madre Laura e al trascinante modo di fare del fratello minore Pietro.
"..quante volte le era capitato di conoscere persone che solo in apparenza non avevano realizzato nulla di concreto, ma che allo stesso tempo erano felici per aver dato un senso a ogni singolo attimo della loro esistenza".
A quello anela Eva, dare senso alla propria esistenza. 
Colmare l'inadeguatezza che sente dentro, rendendola incerta nei suoi passi, chiusa al mondo, stridente quasi nel suo relazionarsi agli altri, anche a chi vuol bene, ma sente lontano, così diverso. Su tutti, suo fratello Pietro. Dieci anni a dividerli. Tra loro nulla in comune.
Tanto solare Pietro, tanto inquieta Eva. Una gelosia latente di lei mai spiegata. Ma percepita da Pietro.
E sarà la straordinaria maturità dell'adolescente a spingere Eva a usicre dal suo bozzo di fragilità, scoprirne e accettarne le origini per cambiare e andare avanti, scrivere davvero l'unica storia che le interessa raccontare: la sua, quella della sua famiglia, quella di ogni famiglia. Fatta di cose dette e non dette, di gioie, di dolori, di complessità riducibili alla determinazione a cogliere le potenzialità della vita, la sua bellezza anche nella disperazione più cupa. "Le partenze sono belle quando prevedono un ritorno. Se sai di poter tornare a casa, fai continuamente progetti; se invece ti senti perso, la paura ti blocca per sempre. Io voglio sapere di poter tornare a casa, e sognare di andare in mille posti. Immagina la gioia..."
E la gioia sta nel testimoniare una storia beffardamente rimaneggiata dal destino.


 

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