domenica 16 maggio 2010

"La libreria del buon romanzo" di Laurence Cossé

Impossibile per chi ama leggere sottrarsi all'accorato richiamo di un titolo quale 'La libreria del buon romanzo' e così sfidando l'inequivocabile rischio di imbattersi nell'ennesimo brogliaccio ogni tanto capita di essere ripagati da una buona lettura.
La trama del libro della francese Cossé è semplice e gioca con un sogno comune a qualche milione di lettori sparsi nel mondo: perdersi nella libreria ideale, quella che offre solo buoni romanzi.
A tentare l'impresa un uomo e una donna schivi, fuori dal mondo, ancorati ad una passione comune: i libri appunto. Libraio scapestrato e sui generis Van, dolente e nobile ereditiera Francesca.
Insieme, sfidando mille problemi pratici e il più difficile dilemma quale, scegliere i libri da inserire in catalogo, salvo affidarsi ad un comitato di super lettori esperti e al proprio personale ineguagliabile gusto per rimediare ad imperdonabili lacune, sapranno rendere tangibile un sogno.
E non solo.. scuotere l'opinione pubblica, incantare i lettori, inciampare in un successo insperato al punto da spingere mediocri e invidiosi a inscenare proteste contro la libreria del momento 'Al buon romanzo', scatenare un'offensiva sulla stampa che scivola nel virulento attacco personale, e forse spingere folli autori ed editori repressi in atti criminali decisi ad eliminare fisicamente i protagonisti di un progetto ardimentoso: provocare un'inversione di comportamento negli acquirenti di libri.
Un libro coraggioso, a tratti persino pretenzioso che svia il lettore nelle prime pagine paventando cenni di un giallo funzionale solo alla presentazione dei personaggi, Van, Francesca, Anis, Oscar e della storia, peraltro raccontata utilizzando diversi schemi narrativi, ora sono i protagonisti che rielaborano gli eventi alternandosi nell'esposizione ora sono gli stessi a raccontare direttamente al lettore fino a scivolare in un finale in cui si percepisce, quasi come in un libro nel libro scritto, la necessità di disegnare i confini futuri dell'esperienza vissuta.
Il messaggio evidente nel romanzo è invece fissare i criteri che fanno di un libro 'un buon libro' per ogni lettore, un libro cioè necessario, che aiuti a vivere, che istruisca.. che sia cioè funzionale al suo stato d'animo.
Inevitabilmente il libro della Cossé proprio come la libreria di Van e Francesca nella storia spinge a riflettere sul ruolo del marketing editoriale, sul 'potere' dei critici, dei premi che tributano onori a talenti inesistenti, dei media capaci di creare fenomeni. Ovvio che la buona lettura spesso sia altrove, nel dimenticatoio di qualche scarto di magazzino e soprattutto nel passato ricco di autori dimenticati.
Il romanzo della Cossé dunque, che cede all'irrefrenabile voglia di segnalare qui e là una sfilza di autori e romanzi, invita il lettore ad essere più attento, a lasciarsi portare dal proprio personale gusto che va detto si forma col tempo e con centinia di letture -buone e anche cattive- lì dove ai librai di un tempo si sostuiscono i commessi delle grandi librerie non sempre preparati e soprattutti non sempre consci di non vendere merce ma conoscenza, emozione.. quella che Francesca nel libro chiama 'aria nei polmoni', perchè per molti i libri sono vita.
Il libro spinge anche a elaborare una propria personale lista di romanzi che si vorrebbe trovare nella libreria ideale.. io ho già cominciato la mia..

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