sabato 1 maggio 2010

"Caino" di José Saramago

L'Antico Testamento raccontato da Saramago per il tramite di un personaggio discusso quale Caino, ovvero la personificazione del male. Ma è davvero così? O non è forse il suo dio ad armargli la mano rifiutando le sue offerte, le sue preghiere? Marchiato, maledetto a vita, costretto ad errare Caino attraversa diversi presenti scontrandosi sempre con la personificazione di un dio che non perdona, che mette inspiegabilmente e costantemente alla prova i suoi uomini più fedeli (Abramo, Giobbe) quando non sacrifica gli innocenti per punire indistintamente chi -empio e corrotto- non rispetta le sue regole (la distruzione di Sodoma, la torre di Babele) e ancora un dio che miete vittime con i suoi eserciti guidati da Giosuè. Un dio vendicativo, tutt'altro che giusto a cui solo Caino sembra ribellarsi.. Caino precursore del fallibile uomo moderno.
Racconto, saggio, ironica riflessione religiosa, guizzo narrativo di un grande della letteratura dei nostri tempi.

"Sono il signore sovrano di tutte le cose"
"E di tutti gli esseri, dirai, ma non di me e della mia libertà"
"Libertà di uccidere"
"Come tu sei stato libero di lasciare che uccidessi Abele quando era nelle tue mani evitarlo. Sarebbe bastato che per un attimo abbandonassi la superbia dell’infallibilità che condividi con tutti gli altri dei, sarebbe bastato che per un attimo fossi realmente misericordioso, che accettassi la mia offerta con umiltà… Gli dei, e tu come tutti gli altri, hanno dei doveri nei confronti di coloro che dicono di aver creato."


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