sabato 19 giugno 2021

"Loro" di Roberto Cotroneo

Ci sono libri che disvelano pagina dopo pagina il loro potenziale, 'Loro' di Roberto Cotroneo invece conquista subito l'attenzione, la ghermisce trascinando il lettore nella storia di Margherita. Le tiene la mano, come fa con le gemelle Lavinia e Lucrezia. Ci porta nella grande villa dei nobili Ordelaffi alle porte di Roma, la casa di vetro così la chiamano, ampie vetrate che guardano sul curato giardino, poco oltre il tempietto con la statua di Ecate che scruta un tempo altro, oscuro, che libera presenze, "loro". Tutto è strano nella grande villa, lo sono la coppia che la abita, le gemelle che ipotecano l'uno la vita dell'altra in movenze, ambizioni, prepotenze, sguardi vitrei verso il giardino, l'Ecate che lambisce il territorio dei vivi e dei morti, lo è il personale al servizio della casa, su tutti il giardiniere Gaetano, custode di tanti segreti, un deus ex machina che smuove e custodisce al tempo stesso la grande casa. 

Margherita arriva nella villa degli Ordelaffi come istitutrice. È estate e cerca una via di fuga dagli studi. Interessante l'esperienza, così crede. Affascinata dalla padrona di casa, la bella Alessandra, dalle gemelle, identiche, di cui dovrà prendersi cura, dalla grande villa, frutto del genio di un grande architetto. Eppure sin dalle prime ore, qualcosa la atterrisce, presenze. Visibili solo a lei, o frutto della fantasia malata di chi abita la casa. Margherita non sa a cosa credere, né a chi credere, troppe storie, racconti, versioni di una stessa verità, "loro", le presenze sono lì e reclamano attenzione.

Ma è poi vero? 

Questa è solo una storia, quella che viene presentata, raccontata al lettore, la verità è da cercare altrove, al fondo delle nostre paure, delle nostre fragilità, più drammatica delle stesse presenze, è il 'loro' che abita la nostra mente, e travolge con l'inquietudine sottile del male.

Cotroneo affabula con una narrazione compiuta sin dalle prime pagine. È un magnifico esercizio di stile che occhieggia al  romanzo gotico e per la crescente attesa, al  feuilleton inglese di Wilkie Collins.

"Ma lo sguardo non è di questo mondo. È lo sguardo di chi conosce più cose in terra e in cielo di chiunque altro: di chi sa, di chi veramente sa".

Un romanzo intrigante, assolutamente da leggere.

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