giovedì 2 maggio 2013

"Ogni istante di me e di te" di Alex Capus

Normandia: primavera del 1918.
Léon e Louise, giovani e spensierati a dispetto della guerra in corso, sfuggono agli impegni di lavoro per trascorrere una giornata al mare: sguardi persi all’orizzonte, una zuppa di mare cotta sulla sabbia, un riparo approssimato per la notte, e l’avventatezza di una sfida che ha un solo nome: amore.
Sulla strada di casa, l’impensabile: l’attacco dell’artiglieria tedesca e il destino sembra decidere per loro, separandoli, per sempre.
Léon, ferito, costretto a una lunga degenza. Louise, morta.
Ma è davvero così?
Chi è la donna che dieci anni dopo Léon crede di riconoscere a Parigi in una stazione del metrò?
La vita per intanto ha riservato a Léon nuove possibilità: un lavoro nella police judiciare, una moglie devota Yvonne e dei figli.
Eppure a dispetto di tutto sembra impossibile cancellare il passato.
Léon e le donne.. “una al suo fianco e l’altra nella testa”.
Sapere è necessario, e così vivere, riempire il tempo sospeso di quel volto perduto.
Yvonne lo sa, lo sente, deve permettere al marito di confrontarsi con il passato e scegliere. Così a Léon e Louise è dato di ritrovarsi, amarsi intensamente una notte sola, per poi lasciarsi ancora.
Léon deve onorare i propri impegni: il lavoro, la famiglia; rispettare sua moglie, lasciando che la vita, semplicemente, scorra, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Così pure Louise: “..arriva un momento in cui si fa un bel respiro e si lascia perdere, e da lì in poi si vive per se stessi e si ritrova la serenità”.
Pur vicini, vicinissimi, Léon e Louise non si cercheranno più salvo cedere all’imprevisto inatteso di un nuovo conflitto mondiale. Con l’arrivo dei tedeschi a Parigi per Louise si fa improcrastinabile la fuga, lei dattilografa alla Banque de France dovrà scortare con alcuni colleghi il denaro della banca in un posto sperduto e sicuro in Africa, ma non smetterà di preoccuparsi di Léon e della sua famiglia.
Allo stesso tempo Léon non potrà che aspettare e intanto, resistere, a suo modo.
Le Gall… sono sempre i migliori a essere disobbedienti. E’ la disobbedienza che distingue le persone eccezionali da quelle comuni”.
Grazie alla straordinaria determinazione di Yvonne decisa a preservare ad ogni costo la sua famiglia, Léon potrà combattere a suo modo gli invasori aiutando i più bisognosi, gli ebrei in fuga, i partigiani. Così fino alla fine della guerra.
Sopravvissuti. Alla guerra, ai soprusi, ad anni di patimenti, lontananza, rinunce.
Sopravvissuti e per questo ancora più legati, Léon e Louise saranno liberi di vivere il loro amore solo dopo la morte di Yvonne, rispettosi fino all’ultimo di quel dono prezioso che si è dimostrato il loro amore.

A dispetto delle buone intenzioni la storia imbastita da Capus è inconsistente. I personaggi strappati alle ombre dell’anonimato da personalità appena accennate e stramberie personali non aggiungono nulla ad una narrazione piatta e per nulla coinvolgente.
Più che dell’amore di Léon e Louise, si parla di Léon e della sua famiglia.
Se l’autore vuol far passare l’idea che il vero amore resiste a tutto, alla morte stessa, siamo proprio fuori strada. Non si parla di sentimenti in questo libro, sono loro i veri assenti. Mancano proprio le parole d’amore. Arriva solo una freddezza, una compostezza che gela il lettore, desideroso solo che la storia finisca, e presto.

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