sabato 18 maggio 2013

"E poi, Paulette..." di Barbara Constantine

"Era semplicemente triste avere sprecato tutto quel tempo. Per lui, Ferdinand, rendersi conto solo adesso che suo figlio non era soltanto un cretino. E per Roland, che suo padre non era un vecchio fesso".
Tutt'altro.
Ferdinand e.. il piccolo paese di provincia francese dove tutto sembra fermo, dove tutto appare come un rituale dolce e un po' stantio.
Ferdinand... e la grande fattoria in campagna abbandonata.
Ferdinand... e gli amatissimi nipotini Ludo e Petit Lu.
Ferdinand... e il vecchio cane della vicina: la buona Marceline.
Un incontro che segna un nuovo inizio, una scossa che lo riporta nel mondo dei vivi, delle emozioni, delle speranze, delle attese di giorno in giorno trasformate in certezze, possibilità. Perché Ferdinand si guarderà intorno, a partire da quella vicina che abita una casa fatiscente e che dietro ad un sorriso triste nasconde un doloroso segreto. Ferdinand le aprirà la sua casa e il suo cuore. La mano tesa di chi può aiutare senza aspettarsi nulla in cambio.
Sarà poi la volta dell'amico di una vita: Guy, solo e sperduto dopo l'improvvisa morte della moglie Gaby. Lui insonne e laborioso meccanico di biciclette inizierà a coordinare i nuovi bisogni della casa inventandosi nomi e piani di lavoro ardimentosi e fantasiosi.
E ancora le vecchie sorelle Lumière, Simone e Hortense, intrepidi e improbabili tuttofare bisognose di cure e attenzioni. Da qui l'arrivo della giovane aspirante infermiera Muriel, dolce e protettiva con le sue pazienti, sempre di corsa tra lezioni e lavori extra e di Kim, studente in agraria, che aiuterà a coltivare i campi e a rivoluzionare la casa.
Una stramba comune di uomini e donne di età diverse ognuno disposto a mettere se stesso e le proprie capacità a servizio degli altri, che sia un sorriso, un sostegno morale o materiale, un tetto sotto cui ripararsi, la possibilità di ripartire.
La fattoria di Ferdinand tornata ad essere abitata si riempie di emozioni. Esempio della possibilità che alberga in ognuno di noi di essere portatore sano di speranza, laborioso costruttore di buone pratiche.
La fiducia può vincere l'egoismo, la paura, i pregiudizi, la diffidenza.
E un vecchio solitario può trasformarsi in un dispensatore di nuova vita perché in fondo non c'è richiesto che di alzare gli occhi e guardare il nostro vicino, tendergli la mano, e ritrovare nei suoi occhi quello che noi abbiamo dimenticato di essere: umani. Rispondere alla nostra coscienza per ritrovarla.
Una favola moderna quella della Constantine, una prosa leggera e briosa che riempie il cuore.
E poi.. poi Paulette. 
La nuova vita, la luce, la speranza, l'amore che tutto può, tutto vince.

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