
Fervono i preparativi a Pemberley per il ballo in
onore di Lady Anne. Sembra lontano il tempo in cui Elizabeth Bennet e Fitwilliam
Darcy erano i giovani protagonisti di una tenzone d'amore senza pari, vittime di orgoglio e pregiudizio, e invece non sono trascorsi che pochi anni:
felici, felicissimi. La gioia di due figli, un'intera comunità che partecipa
alla vita dei signori di Pemberley, una splendida tenuta, l'affetto di amici e
parenti, su tutti Georgiana, Jane e suo marito Charles
Bingley.
Eppure qualcosa turba la quiete di Pemberley proprio alla vigilia del ballo: è una
notte buia e tempestosa di ottobre quando una donna in preda al panico
irrompe in casa. E' Lydia Wickham, sorella minore di Elizabeth e
Jane. Ospite inattesa dacché né lei né suo marito erano mai stati ricevuti a Pemberly. Ancora sconvolta la donna riesce a raccontare quel
che è appena accaduto. Il marito e il capitano Danny, suo amico, si erano
allontanati nel bosco in seguito a una discussione, senza più farvi ritorno.
Cosa fosse accaduto era ignoto, ma i colpi da sparo uditi anche dal cocchiere non lasciavano presagire nulla di
buono. Sarà una spedizione di soccorso approntata da Darcy a scoprirlo.
Wickham stravolto in mezzo a una radura nel bosco, volto e mani insanguinate, con il corpo senza vita di Danny tra le
braccia, ne piange la morte: "E' morto! Oddio, Danny è morto! Era il mio amico, il mio unico amico, e io l'ho ucciso! L'ho ucciso! E' colpa mia!"
Quale segreto nasconde il bosco di Pemberley? Possibile che Wickham abbia davvero ammazzato il suo migliore
amico? Per cosa poi? Denaro, vendetta, onore?
Neppure Darcy riesce a credere Wickham un assassino a dispetto del passato di dolore e tradimento che avevano condiviso: "..non sarebbe mai stato in grado di scacciarlo dal suo cervello".
Dichiarato colpevole, prossimo alla forca, un tragico evento e un'isperata confessione sembrano sul punto di salvare Wickham ma potrà mai la sua coscienza dirsi quella di un innocente? E cosa è davvero accaduto in quel di Pemberley? Quali occhi hanno visto la morte in faccia?
"Abbiamo aspettato il vostro ritorno per ascoltare quel completo resoconto che abbiamo il diritto di sapere".
Romanzo corposo quello della James che apre con un 'dove eravamo' necessario a presentare Pemberley e i suoi
personaggi a quanti, pochissimi, non conoscevano il romanzo della Austen. Simile la chiusa finale con uno stucchevole sguardo a quel che di li a breve sarà. Convenzionale e stantio.
La James grava di ombre Pemberley e i suoi
abitanti e fin qui bene per la narrazione, così pure tiene fede ad ambientazioni e storicismi, motiva con attendibilità l'agire di Wickham e dei suoi sodali ma spegne la vivacità,
l'intelligenza di Elizabeth Bennet, indiscussa eroina austiana, relegandola ad un ruolo marginale riscattata solo da un'intuizione investigativa e fa lo stesso con Darcy, tormentato sul passato e sulle sue responsabilità: "Non poteva pentirsi del suo matrimonio. Sarebbe stato come pentirsi di essere nato. Gli aveva portato una felicità mai creduta possibile. Ma si era sposato sfidando ognuno dei principi che, fin dall'infanzia, avevano governato la sua vita, ogni convincimento di quel che era dovuto alla memoria dei suoi genitori, a Pemberley e alle responsabilità della sua classe e della sua ricchezza". La James ripiega così sul personaggio dell'intraprendente avvocato Alveston e sulla trasfigurazione del
colonnello Fitzwilliam cupo, interessato, indisponente, di certo machiavellico. A tratti inutilmente intricata persino la struttura della trama -si pensi al ruolo di Mrs Younge- benché non sia così difficile sospettare l'identità dell'assassino. La James finisce per risultare pedante ma basta ritrovare la calda atmosfera di Pemberley per perdonarle qualche incertezza.
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