“Uno scrittore ha in sorte una piccola voce
pubblica. Può usarla per fare qualcosa di più della promozione delle sue opere.
Suo ambito è la parola, allora gli spetta il compito di proteggere il diritto
di tutti a esprimere la propria”.
Istigazione
alla violenza. Di questo è accusato Erri De Luca. Per via di alcune parole
pronunciate nel corso di un’intervista telefonica poi pubblicata sul sito
Huffington Post. ‘La Tav va sabotata’.
Poco conta tutto il resto.
In
poche pagine appassionate, con parole scarne ed essenziali, di una verità che
appare quasi banale per quanto semplice e incontrovertibile, Erri De Luca,
spiega il significato delle parole al centro dell’accusa contro di lui,
rivendica l’importanza del ruolo dello scrittore, portavoce di chi è senza ascolto, ispira l’auspicio di un tempo e
una società che riconosca il valore assoluto dell’art. 21 della Costituzione
della Repubblica Italiana.
“La parola contraria è un
dovere prima di essere un diritto”. Rivendica partecipazione De
Luca, e che le parole ispirino ragionamenti e azioni.
Ripercorre
la surreale vicenda giudiziaria di cui è improbabile protagonista De Luca, e va
oltre: a prescindere dalla sentenza del 28 gennaio 2015: “Se la mia opinione è un reato, continuerò a commetterlo”.
E
noi con lui.
http://iostoconerri.net/
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