domenica 21 aprile 2013

"ZeroZeroZero" di Roberto Saviano

"Conservo rispetto. Rispetto per chi legge. Per chi strappa un tempo importante della sua vita per costruire nuova vita. Nulla è più potente della lettura, nessuno è più bugiardo di chi afferma che leggere un libro è un gesto passivo. Leggere, sentire, studiare, capire è l'unico modo di costruire vita oltre la vita, vita a fianco della vita. Leggere è un atto pericoloso perché dà forma e dimensione alle parole, le incarna e le disperde in ogni direzione. Capovolge tutto. (...) Conoscere è iniziare a cambiare".
Zerozerozero. Cocaina. Purissima. Ovvero.. morte.
Se scriverne corrode l'anima, leggerne l'annulla.
Si dirà, si è detto.. non sono 'fatti' sconosciuti quelli raccontati col piglio di un cesellatore da Saviano. Vero. Ma dati, volti, storie, viaggi acquistano potenza nella sua trattazione. I nomi si animano e trasfigurano tutto l'orrore della violenza, l'abiezione del male, la degenerazione del potere che consuma più della coca stessa. Inquieta quasi fisicamente percepire il mondo che ruota intorno alla produzione, la distribuzione e il consumo della cocaina.
Tutto è cieca violenza. Lotta per il predominio. Dai cartelli del narcotraffico ai nuovi padroni russi, dall'inarrestabile massa di denaro che si riversa nell'economia reale corrompendola all'assalto alle banche: "il mondo e i suoi equilibri di potere sono cambiati anche grazie al traffico di coca".
Storie di uomini e donne alienati dal potere della polvere bianca. Peggio di un virus letale.
Più dei particolari raccapriccianti di torture e guerre tra bande, è l'addestrammento dell'anima del vecchio boss alle nuove leve sulle 'regole d'onore' che governano il mondo, a bruciare addosso al lettore, ad inquietare.
Saviano fa, e bene, quello che ha sempre saputo fare: raccontare storie, storie brutalmente vere. 

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