domenica 14 aprile 2013

"Domanda di grazia" di Gabriele Romagnoli

"Non ci sono altri modi di guardare le cose: la vita stessa è una sentenza. Quel che non siamo stati non potevamo essere. Ogni altra considerazione è un alibi, uno sfregio alla logica, ma soprattutto una perdita di tempo. Di fronte allo stato delle cose le soluzioni non si trovano nel passato, ma nel futuro. E l'unica, per Andrea, è la domanda di grazia."
Andrea è Andrea Rossi un commercialista quarantenne bolognese dichiarato colpevole dell'assassinio dell'anziana Vitalina Balani e per questo condannato all'ergastolo. Padre e marito modello, uomo religioso dal linguaggio forbito, pacato, elegante, altruista, scrupoloso applicatore di regole, sportivo capace, portato ad eccellere in ogni che, Andrea Rossi è un gigante buono, in apparenza l'uomo perfetto eppure, complice la sfacciata presunzione di bastare a se stesso, di spostare sempre il limite della sfida più in là, la cieca caparbietà a credere nella giustizia affidandosi spesso a difensori non proprio all'altezza del compito e indagini poco accurate, diventerà per tutti il mostro, l'assassino.
Fine pena mai. Andrea morirà in carcere. Non vedrà più le sue figlie, sua moglie, suo fratello Stefano, i suoi anziani genitori. Non potrà porre rimedio ai suoi errori, perché ve ne sono e lui non è affatto l'uomo perfetto che tutti credono.. tutt'altro.. semplicemente un uomo, con debolezze, bisogni, paure, aspirazioni mancate.
"Essere grandiosi contiene la possibilità di essere ridicoli. Il maggior successo è uno scarto terminale e minimo sulla strada di un miserabile fallimento".
Ma chi ha ucciso Vitalina Balani? Può essere che Andrea si sia davvero lasciato prendere da un gesto disperato verso la donna a cui doveva due milioni di euro? O l'assassino è ancora libero?
 "Tutto sembra normale, se smettiamo di farci domande".
A raccontare la sua storia un amico di gioventù, l'autore, Gabriele Romagnoli, uno con cui si è studiato, giocato, lavorato, viaggiato, con cui si sono condivise esperienze ed emozioni irripetibili, con cui improvvisamente ci si è persi di vista perché così capita nella vita, ma pur lontani con uno così non si diventa mai estranei.
Incapace di credere all'accaduto, deciso a capire, a non lasciare nulla di intentato Romagnoli scriverà di getto queste pagine per accompagnare la domanda di grazia chiesta al Presidente della Repubblica per Andrea. Parole, che sono il segno di un interrogarsi sulla vita, sul senso di giustizia, sul destino che gioca con le vite degli uomini, sul concetto di normalità, di bene e male. Raccontare di Andrea e di suo fratello Stefano, suo compagno di classe, è occasione per l'autore di ascoltare se stesso, guardarsi allo specchio per capire chi davvero si è dentro.
Romagnoli non assolve Andrea, dubita, ma nel dubbio non si condanna, non quando il processo sembra essere condotto con approsimazione.
Andrea.. "impossibile avvicinarlo, impossibile stargli vicino".
Su di lui, sulla sua vicenda processuale, sul racconto della sua vita, in parte comune alla propria Romagnoli è imparziale e soprattutto umano... ecco l'umanità che spesso, troppo spesso manca negli uomini, anche a quelli di giustizia. Le parole di Romagnoli si fanno gentili, necessarie, universali e reclamano attenzione.

Nessun commento:

Posta un commento