domenica 27 maggio 2012

"L'estranea" di Patrick McGrath

Guardare l'abisso, al punto da esserne divorati e poi accorgersi che sfiorarlo è quanto può sopportare il nostro animo. E rabbrividirne. Ecco spiegata l'impressione di lettura dell'ultimo romanzo di Patrick McGrath. 
Sidney Klein è un docente universitario. Un divorziato di mezza età, pragmatico e affascinante. L'incontro con Costance, giovane impiegata in una casa editrice, è l'inattesa possibilità di scoprirsi ancora innamorato.
Ma chi è davvero Costance? Diventata nel giro di pochi mesi, sua moglie?
La fragile bionda ragazza complessata per le precoci responsabilità assunte da bambina, respinta dall'autoritario padre, odiata e amata al tempo stesso dalla sorella Iris, in bilico tra continue richieste di rassicurazioni e violenti ribellioni o l'amante passionale, la donna ironica, desiderosa di condividere la gioia di una nuova vita insieme?
Paurosamente in bilico, giorgio dopo giorno, il legame tra Costance e Sidney rischia di franare sotto il peso delle piccole ossessioni, in un quotidiano in cui si fatica, si annaspa dolorosamente.. fino alla tragica rivelazione di un segreto di famiglia che costringerà Costance a guardarsi dentro, a lottare con gli spettri del passato, a confrontarsi con il padre, a farsi e far male a chi ha intorno, con l'unica speranza di scavare tra le rovine delle sua vita per venirve fuori.. forse.
Una scrittura dura, parole fulminanti come stiletti dolorosi nella mente che si interroga sui mostri che la abitano, nevrosi amplificate dal vuoto di una società in fermentazione che consapevolemnte ignora il dolore: "Una volta pensavo che uno dei tratti distintivi di una civiltà avanzata fosse il fatto che la vita privata poteva svolgersi in pubblico. Non più. Adesso era solo un'altra occasione di umiliazione".
Non è forse un caso che il titolo scelto per l'edizione italiana sia L'estranea. In fondo Costance è estranea a se stessa prima che a chi le sta intorno, in una tormentosa, disturbata lotta con le proprie paure, le proprie colpe. Quel babbo.. ripetuto in modo quasi sinistro da una lamentosa Costance suona cupo per chi legge ma dilata il dolore che abita in lei, spiegando il bisogno di essere accettata, amata come figlia, semplicemente amata.. desiderio comune ad ogni essere umano.

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