domenica 20 maggio 2012

"Ausmerzen" di Marco Paolini

"Siamo sempre impreparati davanti a certe storie e diffidenti o prevenuti verso chi ce le vuole raccontare. Non siamo disposti all'indignazione permanente.." ma rabbia, indignazione, smarrimento sono sentimenti che colgono il lettore di questo breve libro di Marco Paolini, autore e attore teatrale, che in 'Ausmerzen' ricorda il dramma delle vite soppresse in Germania fino al 1945 perchè ritenute 'indegne di essere vissute', poco più che un peso per la collettività. Uomini, donne, tantissimi bambini -si calcola più di trecentomila- uccisi perchè diversi, in nome dell'eugenetica, ovvero stando alle idee dell'inglese Galton, 'il miglioramento progressivo della razza secondo criteri analoghi a quelli dell'evoluzione biologica'. La Germania nazista pensò di applicare metodi estremi per perfezionare la specie umana: sopprimere chiunque mostrasse disabilità fisica o psichica, disturbi del carattere o della personalità, una qualsiasi forma di diversità. E nel farlo offrire a medici, scienziati, ricercatori materiale su cui sperimentare, studiare, validare teorie.
Prima e dopo l'internamento nei campi di concentramento dei criminali comuni, degli oppositori politici, degli zingari, degli omosessuali, degli immigrati, degli asociali e soprattutto prima che venisse messo a punto lo sterminio degli ebrei, con Aktion T4, abbreviazione di un indirizzo di Berlino, si mise a punto con l'ausilio di medici, infermieri, personale militare e civile, il più inquietante progetto di eliminazione di vite umane.
Familiari, genitori affidavano alle cure dei medici i propri cari speranzosi in una guarigione, in un sostegno, ignoravano invece di firmarne la condanna a morte. Una sommaria visita medica bastava a deciderne l'immediato destino: vita o morte. E parliamo di morte orribile e senza traccia: i bambini venivano lasciati morire di fame, avvelenati. E agli stessi medici di Aktion T4 si devono le linee guida adottate poi nei campi di concentramento: tempi di esposizione nelle camere a gas, ubicazione degli spogliatoi, forni crematori attigui.
Aktion T4 maschera macelli dietro cliniche che recano all'ingresso cartelli con la scritta 'luogo per sanare e curare'. Macelli.. macelli.. ripetere la parola non è mai abbastanza ma aiuta a rendere l'idea, non racconta la vita strappata dietro lo sguardo perso catturato in una foto di una, cento, mille cartelle cliniche ritrovate dopo anni là dove non si era mai voluto cercare. Nomi, volti, vite spezzate. Dignità negata a tutti, a quelli che sapevano e non hanno fatto nulla perchè si spacciava per normalità quello che normale non era: escludere, eliminare, sopprimere il diverso, quello che tanto più in tempi di guerra ricadeva come un costo sullo stato, convivendo poi con una coscienza che non ammatteva perdono; e alle vittime, senza tutele alcune, private persino del ricordo di chi li aveva un giorno amati.
Una lettura che lascia i brividi addosso. E che non manca di testimoniare l'abiezione di cui è stato ed è ancora capace l'uomo.

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