sabato 26 maggio 2012

"I Watson e Emma Watson" di Jane Austen e Joan Aiken

"Quando arriva l'amore, la ragione fugge dalla finestra".
Emma è la minore dei Watson. Un nugolo di ragazzi e ragazze figli di un curato di campagna. Lontana da casa sin dalla tenera infanzia Emma vi fa ritorno per assistere il padre malato ritrovandosi in una famiglia segnata da rancori, gelosie, rivalse. Senza dota se non l'intelletto, la buona educazione e un carattere gentile Emma dovrà far fronte alla morte del padre, alla disillusione degli affetti più sinceri, a difficoltà materiali, lasciando al tempo e alla sua determinazione il superamento delle piccole e grandi prove della vita.
Seguito ideale de 'I Watson' di Jane Austen, l'opera della Aiken ricrea le atmosfere narrative della scrittrice inglese tanto care a generazioni di lettori in tutto il mondo. I personaggi appaiono nella loro interezza e autenticità per quel che sono: cinici, coraggiosi, apatici, inquieti, egoisti, ottusi, altruisti, vendicativi, arrendevoli, determinati; perfettamente inquadrati nella società elitaria del tempo tanto rapida a riconoscere meriti e fingere attenzioni quanto crudele e impietosa nel disconoscere amicizie, bandire innocenti e peccatori.
La Aiken, come la Austen al tempo, tesse una tela macchinosa e perfetta intorno alla protagonista: Emma Watson, bella e risoluta, decisa a non piegare il capo al cospetto delle angherie dei potenti o sedicenti tali, e a salvaguardare cuore e dignità. Un'eroina ante litteram, tratto comune ai personaggi femminili austeniani, che persevera nella ricerca della giustizia e della felicità senza scendere a compromessi suggeriti come opportuni dalla sua modesta condizione sociale:
"La domanda importante è questa: tu deisderi sposarlo?"
"No, non lo desidero"
"Eppure sembra una persona eccellente"
"Non ha la determinazione che mi piace vedere in un uomo. (...) Mi piace un uomo che sia attivo e che sappia decidere in maniera autonoma"
"Ah mia cara! Potresti essere tu a fornire tutta la determinazione"
La Aiken rispetta la 'mano' della Austen e confeziona una storia piacevole, accattivante, con tanto di ovvio ma necessario lieto fine.
"Gli spiriti più generosi e illuminati sono sempre i più fiduciosi".

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