venerdì 29 gennaio 2010

A single man

Primo film da regista per Tom Ford, scelta felice nella storia da raccontare - dal romanzo di Christopher Isherwood- e un talentuoso attore qui in una delle sue migliori prove, Colin Firth. Protagonista, George Falconer, un docente universitario nell'America dei primi anni '60 tra rifugi antiatomici in giardino e famiglie felici. George piange il compagno perduto in un incidente stradale, un dolore così forte da annientarlo, da togliergli la voglia di vivere. E il film racconta quello che Goerge ha programmato essere il suo ultimo giorno di vita tra fugaci incontri, ricordi tristi e felici del tempo trascorso con l'amato, e l'amica di sempre Charley (una bellissima Julianne Moore). Fino a che una nuova emozione riaccende la speranza in George. Ma quando lo spettro della morte invocata, cercata, sarà lontana sarà allora che ghermirà George sfrontatamente. Un film sull'amore e sul dolore reso impeccabile dalla perfezione del tutto, ogni singola immagine è pulita, nitida, ogni particolare reso nel suo massimo (basta la scena della disposizione degli oggetti necessari dopo la sua morte), risaltato da vividi contrasti cercati dall'occhio del regista. Il manifesto di Psycho sul muro del supermarket, la musica, la stessa casa di George che lo rappresenta al meglio, in gran parte a vista, per un uomo la cui vita meno dovrebbe essere esposta agli sguardi e alle chiacchiere della gente, a partire dai vicini, la tipica famigliola americana. Un film nella forma e nell'espressione perfetto al limite della paradossale rigidità emotiva.

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