sabato 7 novembre 2009

La morte e la primavera

Ne 'La morte e la primavera' Mercè Rodoreda si esprime in una favola oscura dove tutto è espressione di dolore, di inspiegabile e tormentato anelito di morte. Difficilmente classificabile, il romanzo che più l'autrice catalana amò, al punto da scriverlo e riscriverlo più volte nell'arco della vita, finisce per inchiodare il lettore in una lettura convulsa e inquietante perchè sfiorando il fantastico ci si ritrova a peregrinare per boschi dove ogni albero si fa tomba per un uomo la cui anima si impedisce che fugga via con una colata di cemento nella gola in un rito macabro di morte che si fa evento collettivo in un paese dove la vita stessa è un incongruo stato d'essere e dove a dispetto di tutto un giovane cerca l'amore prima di sprofondare nel delirante abisso più cupo.

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