martedì 10 gennaio 2023

"La cartolina" di Anne Berest

Ci sono storie che ti entrano dentro e restano addosso per giorni e si trasformano in un per sempre inciso nell'anima. Il libro di Anne Berest racconta una storia vera, comincia con una cartolina: l'immagine di un monumento e sul retro quattro nomi, quattro vite, perdute ad Auschwitz, mai tornate. Un vissuto picaresco simile a quello di tanti ebrei che hanno attraversato i primi decenni del Novecento, come si attraversano i territori prima, la storia poi. Ogni volta con la speranza di un tempo tranquillo, un luogo da abitare pieno di affetto e possibilità per crescere i propri figli, senza paure, divieti, ostracismi e invece ricominciare, ancora, ancora e ancora, il cuore gonfio di attesa, l'anima in cerca di libertà. Così i Rabinovitch, Ephraim, Emma e i loro figli, Myriam, Noemie, Jacques. Fino all'approdo sicuro in Francia, l'affermazione negli studi per i ragazzi, negli affari per il capofamiglia, salvo non voler riconoscere i segnali del male che permeano la società, inerte al soccombere della Francia di Pétain al cospetto di Hitler. Tutto il mondo conosciuto, le aspirazioni, i sogni, i primi amori, si perde lungo i binari di un treno che separa i membri della famiglia. E chi sopravvive non sa come resistere al senso di colpa, non sa come tornare a vivere al fianco di una nazione che giorno dopo giorno cancella l'orrore per andare avanti, disconoscendo la stessa morte degli ebrei, dispersi chissà dove, quando. Mai rientrati in patria. Nelle loro case, perdute, come i beni materiali, gli affetti, i ricordi. Cancellati, persi. Una semplice cartolina, quasi uno schiaffo alla memoria, un brutto scherzo, ridesta gli eredi di quella famiglia perduta, costringe a cercare, rivendicare il passato, farne uso per rispondere agli attacchi ricevuti senza saperlo anche a scuola da bambini, a voler conoscere le proprie origini, la propria religione, a ricostruire la storia di anni di viaggi, incontri, amori, attese, illusioni perdute, parenti lontani, miraggi, affari mirabolanti e crolli economici, tra inventori, attori, musicisti, inventori, scrittori, occhi smarriti e sorrisi splendidi, e un dolore assoluto che conosce chi ha smarrito la strada di casa, di chi ha visto l'abisso del male negli occhi del prossimo. Un romanzo che restituisce e si fa memoria, non solo personale ma condivisa. Un romanzo familiare che è al tempo stesso romanzo storico. Una narrazione precisa, emotiva, coinvolgente. Un dono prezioso.

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