venerdì 17 luglio 2020

"La simmetria dei desideri" di Eshkol Nevo

"Non ho chiamato gli amici perché sono una persona sola a un livello che stento a spiegare anche a me stesso". 
Quattro amici alla soglia dell'età adulta scambiano la promessa di condividere i loro sogni, le loro attese, i loro desideri.
Bigliettini di carta che imprigionano istanti di vita, la meraviglia dei sentimenti, la forza di un'amicizia che si salda tra lutti, gioie, tradimenti, silenzi, presenze.
La finale di un campionato di calcio. Quattro anni per dare corpo ai sogni e invece tutto si ribalta rivelando la caducità della vita, il buio di un dolore che lacera dentro, consuma, fino a spegnere la voglia di vivere.
Yuval, Churchill, Ofir, Amichai. 
Diversi tra loro eppure uniti da un sentimento di reciproca abnegazione. Ognuno percepisce l'altro pur lontano, silente. Ognuno perdona l'altro: omissioni, assenze. Ognuno gioisce per l'altro. Yuval tra tutti sembra osservare le vite degli altri, paga l'amore perduto di una donna, e sembra soccombere, lasciarsi inghiottire da un senso di inadeguatezza, mancanza.
Il suo che sembrava il sogno di un ragazzo ispirato: l'amore della donna appena conosciuta, si rivela essere l'elemento di distacco, il punto a cui tendere, lo strumento che imprigiona attimi, parole, ricordi, che immagazzina persino gli odori, gli umori di chi gli è intorno fino a fagocitarlo, e ritrovarla in una notte che sa di rivincita e assoluzione, libera tutto il male taciuto, rivela l'assurdità della sua ossessione, sgretola il muro di finzione e convenzioni costruito nel tempo.
Yuval, il bravo ragazzo, sensibile, si isola, si ritira dal mondo, e nulla sembra offrirgli un appiglio per vivere, poi i mondiali, i bigliettini, quelli letti ad alta voce, la scoperta che ognuno forse ha senza saperlo realizzato l'obiettivo dell'altro e l'idea di scrivere, raccontare la storia di amicizia di quattro ragazzi prende forma, e scrivere si fa cura, si dimostra la strada per tornare a vivere, far pace con il passato, amare e lasciarsi amare.
Eppure il destino è ancora lì a rimescolare le carte. Quei bigliettini scritti per gioco.

Eshkol Nevo descrive con ingannevole apparente semplicità i sentimenti umani. Tratteggia quattro personaggi, quattro cuori che battono spesso all'unisono, famiglie, e speranze di costruire una vita, a dispetto di quello che accade intorno. È voluta la scelta dell'autore di lasciare sullo sfondo il paese 'Israele', la difficile coesistenza di arabi e israeliani, l'esperienza come soldati, salvo lasciarla riemergere in momenti chiave della storia. E così deflagrare, far pensare.
La capacità dell'autore sta nel guardare dentro ai suoi personaggi, di farli così poeticamente, drammaticamente, autenticamente umani.
Un romanzo a tratti così struggente da rimanere a lungo dentro.

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