lunedì 1 giugno 2020

"Le creature" di Massimiliano Virgilio

"Era un alieno che aveva viaggiato per altri mondi e adesso osservava il suo con la distanza di chi sa che esistono luoghi più orribili, dove accadono cose senza pietà".
Han ha quattordici anni, è cinese ma il suo perfetto italiano sembra far credere altro. Un giorno sua madre l'ha lasciato da un'altra donna in custodia, con la promessa di tornare di lì a qualche settimana. Il lavoro, la speranza di riemergere da un passato di sofferenza e rancori, l'ha spinta ad un affido temporaneo, ignorando che di lì a poco suo figlio conoscerà l'abbandono e le privazioni di un vecchio casolare fatiscente, l'assenza di cibo e cure che dovevano essergli garantiti. Tutto è precario nella vita della Leonessa, così la chiamano gli ospiti della sua casa, ragazzini invisibili alla società, costretti sin da subito a sopravvivere con piccoli furti ed espedienti, per mangiare e vestirsi. Leonessa.. una bottiglia in mano, dolore e rabbia per un figlio morto e il suo gemello in carcere, ed una nipote ereditata come si fa con i doni non graditi ma sopportati per riconoscenza, Nina, una creatura fuori dal mondo.
Un equilibrio precario di mondi nascosti, latrati di cani legati alla sbarra, testimoni di altro orrore, perché sopravvivere è un imperativo in certi luoghi, e farlo al cospetto del male, anche se ha il volto di un altro ragazzo, è l'unica via possibile per provare a costruire un futuro e smettere i panni delle creature.

Leggere il romanzo di Virgilio è lasciarsi trascinare in un abisso di dolore, ingiustizia, inquietudine e al tempo stesso conservare la speranza in una possibile guarigione dell'anima. La nostra società è abitata da uomini, donne e bambini, ignorati, invisibili. Fantasmi che lavorano, attraversano il nostro stesso quotidiano ma sono privi di identità e quindi di diritti.
Ignorare le loro vite, significa ignorare le nostre, mettere a tacere la nostra coscienza. 
Han - lo straordinario protagonista di questo racconto - smette di essere bambino subito, non lo è mai stato in realtà, si nasconde, trattiene il fiato in mare aperto e impara così a sopportare tutte le storture per riemergere solo quando sarà cosciente di poter tenere stretto il sogno di un futuro, di un'identità certa, della felicità così come tiene stretta la mano di Anna, per liberarla da un busto e da un passato difficile.

Una narrazione dura, quasi una cronaca, un reportage su una storia - assenza di diritti e tutele per minori stranieri - che si preferisce ignorare quella di Virgilio, ma è necessaria per spingere il lettore a prendere atto del dolore intorno a noi.
Un linguaggio che non risparmia violenza, un viaggio nel male che abita l'uomo, dolore che genera dolore fino a che una piccola creatura spezza la catena e libera amore. 

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