mercoledì 1 maggio 2019

"Il censimento dei radical chic" di Giacomo Papi

"La cultura non può essere consumata, mentre oggi quello che ha valore deve essere divorato fino alla distruzione, fino a farlo sparire".
Il professor Prospero viene assassinato sul pianerottolo di casa. Un uomo onesto, sincero, uno stimato studioso. L'appartamento "era affollato di libri che dalle pareti modellavano lo spazio intorno alla sua vita e la popolavano di parole possibili", finanche quelle di Spinoza, nel corso di una trasmissione televisiva attirando le ire del presentatore, del pubblico, del primo ministro, additandolo come un mostro, un radical chic, reo di parlare in modo da sminuire, ridicolizzare il popolo.
Seguiranno altri assassini di insegnanti ed intellettuali. Il primo ministro coglie al balzo l'occasione per comunicare che è necessario censire gli intellettuali per proteggerli, a loro spese, così come semplificare la lingua e la sintassi, sfrondare il vocabolario delle parole difficili fino alla desertificazione del sapere, di ogni forma di conoscenza che possa cioè generare pensiero, dubbio, interesse.
In una società che inneggia al capo, che vive di rabbia e alimenta rancori, in cui si evoca il passato, gli intellettuali si nascondono, rinnegano il sapere o si mostrano compiacenti a messe in scene istituzionali e spettacolini al paio degli animali allo zoo per sopravvivere, silenti ombre.
Agli occhi di Olivia, la figlia del professor Prospero, da tempo lontana dal suo paese natio, tutto appare straniante, improbabile, incomprensibile.
Possibile che la cultura faccia paura? Che abbia smesso di "ricondurre a ragione gli istinti"?
Forse il padre aveva conservato la purezza di credere alla forza delle parole, del ragionamento perché "la cultura è una scommessa sul fatto che alla fine ci si possa capire. Per questo può dare fastidio".
In una narrazione che mette insieme ironia tagliente e spietata disamina sociale, al limite di un 'istant book' per l'assurdo plausibile scenario che delinea, con toni che rievocano Orwell e una comicità irridente, l'opera di Papi si rivela vincente in ogni sua pagina. Convincente, strappalacrime e strappa risate. Amare, anzi amarissime. 

Nessun commento:

Posta un commento